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Con La regina delle greggi ritroviamo la prosa emozionante de Il potere del cane, la poesia degli spazi sterminati, la sensibilità con cui Savage descrive i suoi personaggi in bilico. Un romanzo che è uno struggente inno alla famiglia e, al contempo, una acuta riflessione sulla ricerca della propria identità.
«Leggendo questo romanzo si perde coscienza della carta stampata, per essere trasportati dall'immaginazione dell'autore in un mondo a parte» – New York Times
Al mondo ci sono persone che non riescono a immaginarsi il proprio fallimento. Appartiene a questa categoria anche la giovane Emma Russell, che alla fine del XIX secolo dice addio a suo padre in una stazione ferroviaria dell'Illinois, per andare a insegnare nell'Idaho, la Gemma delle Montagne. Di lei dicono che sia severa e che abbia occhi anche sulla nuca. Davanti a lei i colpevoli balbettano la verità e gli innocenti ricordano con gelida chiarezza le trasgressioni commesse. La sua rettitudine dà i brividi, però Emma sa anche suonare al pianoforte melodie allegre che fanno da sottofondo alle danze nei vari ranch. Il giovanotto che la accompagna con il violino, Thomas Sweringen, è il figlio di un uomo che ha trovato l'oro e ha avuto l'accortezza di investire i guadagni in proprietà terriere e nell'allevamento di bovini, invece di sparire quando l'oro è finito. La prima volta che Emma racconta a Thomas del suo interesse per le pecore, il ragazzo ride di gusto, perché nella valle di Lemhi tutti sanno che non si possono allevare bovini e ovini insieme nello stesso podere. Dopo il matrimonio, tuttavia, Thomas regala a sua moglie, per scherzo, due pecore. Anni dopo, le due pecore sono divenute un gregge di diecimila capi e Emma Russell Sweringen è per tutti la Regina delle Greggi dell'Idaho. Una regina che ha una sfilza di figli, tra cui Elizabeth, la maggiore, una ragazza incantevole che sta per convolare a nozze con un giovanotto dotato di un cospicuo patrimonio, quel tipo d'uomo che farebbe la felicità di ogni madre. Perché, allora, mesi dopo Elizabeth si presenta in ospedale con una valigetta e una cornice d'argento che contiene la foto di un altro uomo, un uomo bello come Francis X. Bushman, per dare alla luce una bambina che darà in adozione subito dopo?
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Il titolo italiano è alquanto ingannatore, in quanto la sezione dedicata alla 'regina delle greggi' è solo una parte ridotta di un'epica famigliare il cui fulcro è l'incontro dell'autore con la sorella mai conosciuta. Un'opera autobiografica interessante, soprattutto perché getta una luce sull'autore e sulle sue opere (una lunga sezione è dedicata ad uno zio che, evidentemente, sarà il prototipo del protagonista de 'Il potere del cane'), ma in generale meno avvincente rispetto a 'Il potere del cane', oltre che più dispersiva. È comunque abbastanza breve e abbastanza scorrevole, con personaggi variegati e dalle psicologie ben definite.
Un romanzo che pone al centro la famiglia, le relazioni e le dinamiche che si creano al suo interno, i piccoli e inconfessabili segreti, le disgrazie e i successi, i matrimoni finiti male e le seconde opportunità che la vita dona. Accanto e collegato ad essa, c'è il tema della ricerca della propria identità, il bisogno impellente di dare un nome ed un cognome a coloro che c'hanno generati, come se questo fosse un elemento imprescindibile per sapere chi siamo, perché senza radici non ci sentiamo parte di nulla. Ho trovato la narrazione troppo ricca di dettagli dispersivi; mentre si narra un fatto o un episodio che coinvolge un personaggio, ecco che l'Autore divaga parlando di altro (e questo "altro" non era neppure qualcosa di intrigante, per quanto mi riguarda...), col risultato di farmi sentire un po' annoiata e distratta. È stata una lettura che non mi ha dato grandi emozioni, ma se c'è una cosa che mi sento di "salvare" è il finale: le parole che mettono fine a questa piccola epopea americana mi hanno suscitato una piacevole sensazione di tenerezza.
Appasionante saga che racconta le vicende di quattro generazioni. I personaggi, anche quelli minori, sono ben caratterizzati. Natura e paesaggi resi vividamente fanno da sfondo imprescindibile.Il finale un pò affrettato gli nega la quinta stella ma non ha deluso le mie aspettative, piuttosto alte dopo "Il potere del cane"
Recensioni
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