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Relazioni di paesaggio. Tessere trame per rigenerare luoghi - P. Luigi Paolillo,Massimo Venturi Ferriolo - copertina
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Descrizione


Paesaggio, con il suo continuo uso e abuso, è un termine che non ha mai messo d’accordo studiosi e operatori sul significato. La confusione avanza nella teoria e nella stessa pratica. Nella riflessione teorica investe spesso la categoria estetica soggettiva del sentimento, viene alloggiato in una dimensione astratta, resta confinato nell’iperuranio platonico dovuto all’uso dell’articolo determinativo. Nella prassi manifesta in tutt’evidenza il bisogno d’una decisione oggettiva, corroborata da idonei strumenti di conoscenza che colmino i vuoti di retoriche urbanistiche quasi sempre inconcludenti, lontane da ogni interesse per quell’essenza fluida in incessante trasformazione, per quel movimento continuo, per quelle interdipendenze percepibili che contrassegnano i paesaggi, al plurale, nella loro varietà, differenza, molteplicità: infine, nel loro peculiare carattere distintivo e unico che li rende singolarmente oggettivi da doverne/poterne governare le specificità locali nel piano, enucleandone le relazioni che li improntano in una costellazione concreta d’elementi diversi in rapporto tra loro singolarmente e complessivamente, e tali da formare un uno in se stesso distinto. Tali elementi costituiscono i dati del reale, utili a completare la conoscenza della totalità e della profondità dei luoghi come particolari d’un universale e intrecci d’una trama rigeneratrice d’assetti, sfibrati dall’incessante mutamento finora così trascurato e adesso divenuto così incalzante. Ma, nonostante le tante (troppe) regole dei tanti (troppi) piani, tale mutamento non appare né governato né tantomeno compreso. Non se ne conoscono trame, reti, relazioni, nonostante lo sforzo per il controllo. Ma su questo tasto bisogna insistere: sulla trama. Un tasto poco battuto per timore di uscire da certe consuetudini che, nonostante riconoscano la complessità del disordine della città moderna e del conflitto sociale, non studiano l’intreccio delle relazioni e la conseguente trama dell’abitare come esistenza, interrompendola con le forme del verde, spesso spazi vuoti pretestualmente disegnati in nome del miglioramento della vita. Ma per operare occorre comprendere la natura della costellazione concreta, le sue trame intessute di relazioni che uniscono gli abitanti al loro luogo sotto le forme dell’appartenenza (al pari della contestazione del quadro di vita come segno di malessere, esclusione, talvolta emarginazione). È questa un’arte della tessitura che richiede l’utilizzo dell’ago e dei fili dai diversi e variegati colori, di cui il libro introduce i risvolti teorici e pratici: nella parte iniziale con lo sviluppo d’un pensiero di paesaggio senza bordi, nell’altra riversandolo in un percorso urbanistico che irrobustisca il cammino tecnico della rigenerazione urbana, per l’utilizzo consapevole dei dati al servizio del luogo.

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Dettagli

12 giugno 2015
228 p.
9788857529196

Conosci l'autore

Filosofo, già ordinario di Estetica al Politecnico di Milano, è stato Visiting Professor e conferenziere in varie università europee e americane. Il tema del paesaggio tra etica ed estetica, fra teoria e progetto, è al centro dei suoi interessi didattici e scientifici. Tra i suoi libri ricordiamo: Etiche del paesaggio. Il progetto del mondo umano (Editori Riuniti 2002), Percepire paesaggi. La potenza dello sguardo (Bollati Boringhieri 2009) Paesaggi in movimento. Per un’estetica della trasformazione (Derive e Approdi 2016) e Oltre il giardino (Einaudi 2019).

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