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Il saggio è un’analisi del rapporto conflittuale tra capitalismo, tecnica e democrazia. E partendo da Benjamin, che già aveva definito il capitalismo come una religione, sviluppa ed estende il modello a quella che declina come religione tecno-capitalista. Apparato tecnico e capitalistico che è appunto religioso per la sua capacità di legare i soggetti tra loro e a sé come apparato. Religione. O potere pastorale, come lo aveva definito Foucault facendo nascere/derivare appunto dal potere pastorale cristiano l’idea poi moderna di governamentalità e di biopolitica. Dunque, mercato e tecnica come poteri pastorali nella loro capacità di fare gregge e di connettere e di indurre ciascuno a dover/voler essere connesso. Con il passaggio, quindi, dall’homo oeconomicus del mercato all’homo technicus del tecno-capitalismo. Per cercare di governare tali processi – automatici (autopoietici), non neutri e sfuggiti al controllo umano e democratico – occorre estendere la pratica della laicità verso questa particolare religione.
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