L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Promo attive (0)
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Se cercate un racconto che vi faccia amare New York, leggete La grande città di Nina Berberova perché il grigio dei grattacieli si tinge nelle sue pagine dei colori del mediterraneo italiano. Era il 1950 quando, voltando le spalle all’Europa e al passato, la scrittrice partiva per l’America. Così nella sua autobiografia, Il corsivo è mio, raccontava: “Ed ecco che all’alba del sesto giorno sorse di fronte a me una città. Era alta e stretta come una cattedrale gotica, e intorno c’era l’acqua e nella leggera foschia di un mattino di novembre ovvero nelle ultime ore della notte, sorse all’improvviso, come se fosse spinta impercettibilmente dall’invisibile al visibile”. Già nella sua prima apparizione la città le sembrava nata da una singolare mescolanza di funzionale e di simbolico: “Mosca, Londra, Roma, Parigi stanno ferme. Leningrado e New York navigano, spiegando le loro vele, fendendo lo spazio con la prua, e possono sparire se non nella realtà, nella visione del poeta che crea il mito, che crea la tradizione mitica sulla base di ciò che ha percepito”. Se si pensa a Pietroburgo si pensa a Puskin, se si pensa a New York, una città di emigranti, si potrebbe forse pensare anche a lei, a Nina Berberova, un’esule. Dall’autobiografia alla poesia: nel racconto La grande città c’è un esule, un enorme palazzo, una finestra e mille luci che si rifrangono nel buio della stanza, sul lavabo, sull’orologio, sulla serratura della porta, sul soffitto, sui bottoni della giacca, sulle pareti, sul bicchiere…La città da estranea si fa intima, senza essere invadente, e il palazzo – 3656 abitanti, come Sorrento – si apre a sua volta sulla città, una città nella quale, da sempre, ciascuno porta con sé quel che può. “Uno aveva portato l’ombra del principe di Elsinore, un altro la lunga ombra del cavaliere spagnolo; un terzo il profilo dell’immortale seminarista di Dublino..."
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
L'articolo è stato aggiunto al carrello
Le schede prodotto sono aggiornate in conformità al Regolamento UE 988/2023. Laddove ci fossero taluni dati non disponibili per ragioni indipendenti da IBS, vi informiamo che stiamo compiendo ogni ragionevole sforzo per inserirli. Vi invitiamo a controllare periodicamente il sito www.ibs.it per eventuali novità e aggiornamenti.
Per le vendite di prodotti da terze parti, ciascun venditore si assume la piena e diretta responsabilità per la commercializzazione del prodotto e per la sua conformità al Regolamento UE 988/2023, nonché alle normative nazionali ed europee vigenti.
Per informazioni sulla sicurezza dei prodotti, contattare complianceDSA@feltrinelli.it
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore