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Riproponendo l'opera di traduzione e commento del Prof. Guido Manacorda (1879-1965), illustre germanista, critico letterario, traduttore ed accademico, la casa editrice "Le Lettere" ha fatto un immenso servizio a quanti, come me, desiderosi di conoscere l'opera di Wagner, sono stati sempre scoraggiati dall'ostacolo della lingua tedesca. Infatti, grazie a questa splendida traduzione ed all'irraggiungibile commento di Manacorda, mi è stato possibile superare questo ostacolo e approcciarmi finalmente a Wagner con mia enorme soddisfazione. Iniziative editoriali di questo tipo sono un servizio reso alla cultura e alla bellezza. Il Rienzi si discosta decisamente da tutti le altre opere wagneriane "che non a caso in seguito la ripudiò, bandendola dal programma del suo teatro di Bayreuth. Completamente immersa nella storia, senza aperture al mito o tensioni metafisiche, l’opera va vista come l’espressione più intensa delle passioni ideali e politiche che in quegli anni agitavano il musicista tedesco e che lo condurranno dopo pochi anni a partecipare ai moti rivoluzionari del ‘48" (dalla quarta di copertina). Bellissima.
Recensioni
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Condotta nel pieno rispetto del modello del Grand opéra, di cui segue tutte le norme di spettacolarità (balletti, marce, grandi scene di massa ecc.) Rienzi è un'opera a sé stante nella produzione di Richard Wagner, che non a caso in seguito la ripudiò, bandendola dal programma del suo teatro di Bayreuth. Completamente immersa nella storia, senza aperture al mito o tensioni metafisiche, l'opera va vista come l'espressione più intensa delle passioni ideali e politiche che in quegli anni agitavano il musicista tedesco e che lo condurranno dopo pochi anni a partecipare ai moti rivoluzionari del '48. Nel Cola di Rienzo che nella Roma del Trecento abbandonata dal papato esiliato ad Avignone lotta fino alla morte per instaurare un governo popolare contro lo strapotere dei nobili, si leggono infatti chiaramente in filigrana i tratti dello stesso giovane Wagner, "per i facili abbandoni corrisposti dal tradimento, per i grandi sogni naufragati nella realtà, per la pietà intelligente e cocciuta, per la fede messianica in un rinnovamento del mondo".Facendo giustizia delle imprecise versioni precedenti e soprattutto dello "sciagurato macello" perpetrato da Arrigo Boito per il libretto italiano , Guido Manacorda dette già negli anni Venti una traduzione del Rienzi di assoluta fedeltà all'originale. Come negli altri volumi della sua edizione integrale dei drammi wagneriani, accompagna il lettore un puntuale corredo di note introduttive e di commento al testo.
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