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Riforme e investimenti. Europa e Italia -  Marco Fortis, Alberto Quadrio Curzio - copertina
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Descrizione


Questo volume, il settimo di una sequenza nella collana della Fondazione Edison che ripropone articoli sullo stato dell'economia italiana ed europea pubblicati su importanti quotidiani italiani dal 2009 a oggi, copre un arco temporale che va da giugno 2016 a maggio 2017. La tesi di fondo degli scritti qui raccolti, firmati da Marco Fortis e da Alberto Quadrio Curzio, è che se l'Italia ha certamente bisogno di riprendere e approfondire le riforme, in particolare per rilanciare gli investimenti, l'Europa non può e non deve considerarsi soddisfatta del suo attuale livello di crescita. Se vuole confermare la sua solidarietà creativa, l'Europa deve fare un salto di qualità, portando a compimento due grandi riforme a oggi appena abbozzate: quella della «geometria variabile», che dovrà avere al centro l'eurozona completata da vari rafforzamenti (Ministro dell'economia, bilancio e finanziamento comune, ecc.); e quella degli investimenti in infrastrutture tangibili e intangibili. Esistono già iniziative che vanno in questa direzione (Fondo Europeo Esm, Piano Juncker ecc.), ma siamo solo agli inizi. Dal canto suo, l'Italia sta attraversando un periodo complesso di transizione, ma sta anche mostrando significativi segnali di recupero: sul versante della domanda, sono in crescita i consumi delle famiglie, gli investimenti tecnici delle imprese e l'export; mentre sul versante della produzione, si registra soprattutto la crescita dei settori manifattura e turismo. Si è inoltre stabilizzato il rapporto tra debito e PIL.
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Dettagli

2018
11 gennaio 2018
319 p., Brossura
9788815273949
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Indice

Introduzione. Europa e Italia: realtà, limiti e potenzialità, di Marco Fortis e Alberto Quadrio Curzio
PARTE PRIMA: Europa a geometria variabile
1. Le quattro politiche per il riscatto dell'Europa
2. Se decide lo 0,12% dei cittadini europei
3. La solidarietà «innovativa» salva l'Europa dei decimali
4. L'Europa deve uscire dalla routine di Bruxelles
5. Il futuro dell'Europa nelle mani di Angela
6. La strada giusta degli Eurobond «sintetici»
7. La razionalità della politica batte la rigidità delle regole
8. L'Europa asimmetrica e le riforme
9. La svolta che l'Europa non deve ignorare
10. Convergenza obbligata per rilanciare l'Europa
11. Juncker «provocatore» sul futuro dell'euro
12. La concretezza può salvare l'Europa ideale
13. Eurobond «sintetici» la via per uscire dal Qe
14. Il Fondo salva stati leva per gli Eurobond
15. Il percorso a ostacoli per convincere Bruxelles
PARTE SECONDA: Europa, investimenti e infrastrutture
16. Se l'impresa di frontiera dà lezione di produttività
17. Investimenti vera risposta dell'Europa a Brexit
18. Reagire alla crescita (incompiuta) dell'Europa
19. Investimenti, priorità per l'economia reale
20. Una cura anti-stress per l'economia europea
21. Infrastrutture la risposta per il rilancio globale
22. Se il G20 cinese non è stato solo utopia
23. L'Europa del «fare» può rilanciare l'Europa
24. Investimenti e flessibilità, una strada obbligata
25. L'Europa irrilevante e la crescita globale
26. Come uscire dalla trappola della bassa crescita
27. Rigore e crescita, la coerenza che va chiesta all'Europa
28. Investimenti urgenti per rafforzare l'Europa
29. Infrastrutture chiave di volta per la crescita dell'Europa
PARTE TERZA: Europa e Italia
30. Senza crescita la politica non è credibile
31. L'Irlanda e il gioco delle tre carte
32. Italia sempre più in surplus commerciale
33. Le ragioni dell'Italia e i «paletti» di Bruxelles
34. Il Pil non dice tutto sulla Spagna
35. Se l'Europa ha i fondi anti-sisma ma non lo sa
36. Tra debito e crescita l'equazione delle riforme
37. L'Italia e il club di francesi e tedeschi
38. La prevenzione non è un costo
39. Il malessere europeo della crescita
40. Statuti fiscali a misura di multinazionali
PARTE QUARTA: Italia e stabilità
41. Difendiamo le banche ma sia fatta anche pulizia
42. Le banche italiane vincono il test dei derivati
43. La sorpresa del Pil senza spesa
44. Cala il rapporto tra debito e Pil: novità dal 2008
45. Dal Pil al debito, quei due segnali per la crescita
46. Italia: 2017 anno chiave per debito e crescita
47. Il disagio economico reale e quello «politico»
48. 240 mila occupati in più senza l'effetto demografico
49. Accelera l'industria e rallenta il debito
50. 80 euro uguale 9 miliardi di tasse in meno
51. 727 mila occupati in più dopo la crisi
52. Poveri ma belli (e disinformati)
PARTE QUINTA: Italia e competitività
53. Se i referendum inceppano la ripresa
54. L'economia reale supera lo stress test
55. Ma senza spesa pubblica l’Italia cresce di più degli altri Paesi
56. Nell'economia reale l'Italia cresce molto più della Germania
57. Se l'Italia produce più valore
58. Eurozona ferma, sorpresa Italia
59. Non abbandonare il sentiero della ripresa
60. L'industria italiana accelera, quella tedesca frena
61. Perché il Pil non cresce del doppio
62. I tre pilastri della fiducia
63. America first, Padania second
64. Se la confusione fa novanta
65. Parte bene l'export nel 2017 (e senza alcuna svalutazione «interna»)
Summary

Conosci l'autore

Alberto Quadrio Curzio

1937, Tirano

Docente di economia politica presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano ed economista, è presidente dell'Accademia Nazionale dei Lincei e presidente della Classe di Scienze Morali, Storiche e Filologiche.È inoltre membro della Academia Europaea, dello Advisory Board del Centre for Financial History dell'Università di Cambridge, del Consiglio di Amministrazione o del Comitato Scientifico di varie Fondazioni tra le quali: Edison, Balzan e Centesimus Annus.È stato preside della facoltà di scienze politiche dell'Università di Bologna e presidente della Società Italiana degli Economisti.Ha fondato e diretto la rivista co-pubblicata dal Mulino e Springer «Economia Politica. Journal of Analytical and Institutional Economics»,...

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