L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Altre offerte vendute e spedite dai nostri venditori
Tutti i formati ed edizioni
Promo attive (0)
FALDINI, FRANCA, Roma Hollywood Roma. Totò, ma non soltanto
ANILE, ALBERTO, Il cinema di Totò (1930-1945). L'estro funambolo e l'ameno spettro
recensione di Rossi, P., L'Indice 1997, n. 8
"Benché Cinecittà, nel paragone con Hollywood, di recente sembrasse ai più la succursale di Pollena-Trocchia, da sempre io non consideravo bestie rare i personaggi dello spettacolo semplicemente perché sin dall'infanzia avevo avuto modo di bazzicarne diversi". È con una curiosità attenta, senza soggezioni, che la non ancora maggiorenne Franca Faldini si avvicina all'Olimpo del cinema in un tempo - gli anni cinquanta - in cui certo i viaggi transoceanici erano tutt'altro che consueti, finanche per gli addetti ai lavori (si veda Totò, timoroso "a prescindere" dell'aereo). Il suo racconto scorre veloce, tra incontri con i divi, come l'amico Errol Flynn - perennemente ubriaco -, e apparizioni minori dei non ancora celebri Marilyn Monroe o James Dean, in una galleria di personaggi che mai viene osservata con compiacimento e solo raramente entra in rapporto con gli schematismi del senno di poi.
Colpisce del libro una certa leggerezza, un'intelligenza nel decifrare un mondo vissuto con grande normalità, con i giusti trasalimenti di un'attrice in carriera che sembra non crederci mai troppo.Non è una posizione retrospettiva, una presa d'atto di un bilancio povero (tante fotografie in attesa di un lancio come diva "esotica", e poi una sola apparizione a fianco di Jerry Lewis e DeanMartin). È piuttosto un preludio, narrativamente efficace e cronologicamente corretto, che sembra sciogliere l'esperienza hollywoodiana in un suggerimento profferito da Orson Welles a proposito del necessario atteggiamento di disponibilità che si deve avere verso i geni. Così, l'America sembra quasi un bel modo di vivere la giovinezza per poi incontrare nella patria ritrovata un principe, non azzurro ma più vecchio di trentatré anni - un peccato per il bigottismo tricolore dell'epoca - e che del mondo possedeva ben altro che la riconosciuta soavità di tre anni trascorsi a Cuneo a fare il militare.
Con il ritorno a Roma, la luce del racconto si orienta decisamente più su Totò che sulla stessa narratrice.Sembra prevalere un atteggiamento di cura verso Antonio - perché di lui si sta parlando più che della sua maschera comica -, come se fosse ancora vivo e avesse bisogno di cura (del resto non sono pochi quelli che, incontrandola, continuano a parlarle dell'attore coniugandolo al presente). Il garbo delle annotazioni rimane costante e la Faldini si tiene per lo più lontana dalle tentazioni aneddotiche. Al lettore potrebbe rimanere il desiderio di soddisfare qualche curiosità, ma anche la sensazione che sia giusto lasciarla inevasa, non porre domande ulteriori.
Programmaticamente ricco di notizie è invece il volume di Anile, in cui si ripercorre la prima fase della carriera di Totò, fra esperienze sul palcoscenico e iniziali approcci cinematografici. Spesso dell'attore napoletano si usa riscoprire i film del dopoguerra, da quelli in coppia con Aldo Fabrizi o Peppino De Filippo al finale di carriera pasoliniano. La stessa Faldini offre un elenco della sola decina di titoli che lo stesso Totò riteneva degni delle sue potenzialità comiche.Tra questi non ci sono le opere d'esordio.Ripercorrere i primi passi - già da marionetta dinoccolata - serve non solo a evidenziare cosa Totò avrebbe potuto essere se il cinema fosse stato meno interessato a legarlo con contratti di quantità (i famosi cinque film all'anno di Ponti-De Laurentiis) e più intenzionato ad assecondarlo nei suoi desideri (un film muto, alla Charlot).Piuttosto è utile per ricordare come nel periodo bellico fosse stato in grado di convivere con avanguardie, telefoni bianchi e neorealismo degli inizi. Come un campione dell'arte di arrangiarsi, alla faccia dei caporali.
L'articolo è stato aggiunto al carrello
Le schede prodotto sono aggiornate in conformità al Regolamento UE 988/2023. Laddove ci fossero taluni dati non disponibili per ragioni indipendenti da IBS, vi informiamo che stiamo compiendo ogni ragionevole sforzo per inserirli. Vi invitiamo a controllare periodicamente il sito www.ibs.it per eventuali novità e aggiornamenti.
Per le vendite di prodotti da terze parti, ciascun venditore si assume la piena e diretta responsabilità per la commercializzazione del prodotto e per la sua conformità al Regolamento UE 988/2023, nonché alle normative nazionali ed europee vigenti.
Per informazioni sulla sicurezza dei prodotti, contattare productsafetyibs@feltrinelli.it
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore