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L'ho letto, soprattutto, per interesse verso l' autore. Ebbene, ho trovato questa inchiesta cinematografica di un' accuratezza e di un impegno oggi sconosciuti al mondo del giornalismo. L'autore, che si trattasse di giornalismo o cinema, era evidentemente mosso dall'idea di cambiare il mondo con lo strumento individuale della propria espressività artistica. E quanta attualità ancora oggi, a distanza di oltre sessant' anni dall' evento narrato nel libro. Guarderò anche il film.
Pungente inchiesta nella Roma postbellica scaturita da un fatto di cronaca. Petri, magistralmente, descrive le vicende umane di una società uscita massacrata dalla guerra, ancora intontita dal fragore delle bombe e dai borborigmi degli stomaci vuoti. La fame, motore secolare che, paradossalmente, tanto meno carburante la soddisfa tanto più fa viaggiare, é il denominatore comune di quelle povere vite che personificano la condizione sociale italiana ancora lontana dal miracolo degli anni '60. L'autore raccoglie le testimonianze delle giovani donne romane coinvolte nel sinistro di Via Savoia indagandole con occhio fotografico, dipingendo ciascun soggetto nella sua globalità, sempre amara e senza speranza. Grande Petri nell'evocazione neorealistica della vita, della condizione sociale delle donne, nell'attualità dei "tipi" descritti. Ti accorgi di stare davanti a un tubo catodico bianco/nero anni sessanta e scorgi immagini di oggi....che sono state anche di ieri.
si possono cogliere delle curiose similitudini tra la roma del 1951 e quella del 2004, leggendo *roma ore 11* di elio petri (sellerio). un salto indietro nel tempo che percorre tematiche ampie e un filo immutabili, come la condizione femminile negli ambienti di lavoro, la nuova povertà diffusa, il costo degli affitti, il precariato, la speculazione edile e molti altri. in più, ripercorrendo ad ogni intervista, sempre la medesima storia, il crollo della scala di via savoia 31 con decine di donne sopra, in attesa di un collooquio per un misero posto di lavoro, si incontrano una infinità di storie, bizzarre, amare, struggenti. e poi la battuta fulminea dei romani, mordace, conclusiva, inesorabile, sprezzante. lo sberleffo quotidiano ad una società che si evolve lentissimamente nella democrazia e nel benessere.
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