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Ruth St. Denis (1879-1968) è stata una delle pioniere della danza moderna negli Stati Uniti, la fondatrice, insieme al marito Ted Shawn, di una celeberrima scuola, la Denishawn, e la codirettrice dell'omonima compagnia. Malgrado il segno indelebile da lei impresso nella cultura americana del primo Novecento, non esiste nell'editoria in lingua inglese una monografia che rilegga con strumenti critici aggiornati e sulla base di ricerche d'archivio l'attività e l'attività di questa artista. Quello di Di Bernardi non è dunque solo il primo studio italiano dedicato a St. Denis, ma il contributo più recente ed esaustivo disponibile sul mercato internazionale. L'area di specializzazione dell'autore, la danza e il teatro asiatici, renderebbero quasi ovvia la scelta di dedicare uno studio di queste dimensioni a un'artista nota soprattutto per la sua predilezione per le cosiddette "danze orientali", di cui, in linea con la moda esotista dell'epoca, conosceva solo indirettamente tecnica, stile e storia, ma di cui usava disinvoltamente il potere seduttivo su un pubblico privo degli strumenti necessari per distinguere tra autentici e falsi. A ragione l'autore articola il suo discorso attorno ai processi storico-antropologici che hanno sostanziato la pratica di St. Denis, tesa a diffondere le sue originali declinazioni delle danze extraoccidentali, ma non tralascia di offrire anche delle chiavi di lettura per capire il rovescio dello stesso fenomeno, ovvero il successo a prima vista inspiegabile delle tournée in "Oriente" della Denishawn. Di Bernardi pone inoltre in relazione la poetica di St. Denis con il vaudeville, il teatro di regia e il cinema muto, ma la parte della ricerca che sorprende di più per l'apparato documentario inedito su cui poggia è quella in cui è indagata la fase conclusiva della carriera della danzatrice. Convinta che la sua danza potesse divenire un veicolo di unione con il divino, creò molte coreografie ispirate a temi religiosi, lavorando soprattutto sulla figura della Madonna e gettando così le basi per la sua personale teologia della danza. Impreziosito da un raffinato corredo iconografico, una ballettografia e una filmografia, questo studio arricchisce decisamente la ricerca in materia di danza. Susanne Franco
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