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"Tu, nel tuo profondo, lo senti il bisogno di rivoluzione? O preferisci dormire? Perché dormire è facile, è comodo e non da alcun problema." Il periodo estivo è sicuramente stato il momento giusto, per me, per leggere questo romanzo, per potermi immedesimare nella storia nonostante parli di Erasmus e io abbia ampiamente superato l'età scolastica e universitaria. Ho dalla mia però l'essere stata a Barcellona, luogo in cui è ambientato per la maggior parte il romanzo. Mi sono trovata a riscoprire insieme al protagonista la goliardia, la voglia di evasione e il timore che tutto questo possa finire con l'ingresso nel mondo del lavoro, con l'arrivo delle responsabilità, con quegli stereotipi e quei cliché a cui tutti, vuoi o non vuoi, dobbiamo sottostare per adeguarci al sistema, per mantenere un'immagine agli occhi degli altri. Tutto ciò è quello che Celestino (la persona che il nostro protagonista rincorrerà per farsi raccontare alcuni avvenimenti sul franchismo) identifica come cause del renderci morti dentro. Ed è vero, la penso come lui. Quanta libertà e senso di evasione assaporiamo già solo in vacanza, senza orari, senza regole e scadenze? Alla fine, quando diventiamo adulti, non facciamo altro che replicarci. Ci fumiamo l'adolescenza, bruciamo le tappe e poi non facciamo altro che essere la copia di noi stessi da adulti. Sale e sangria mi ha fatto riflettere, mi sono domandata se realmente io stia vivendo come vorrei o se sono diventata semplicemente la copia di me stessa, ogni giorno al mio risveglio. Dimenticavo: c'è anche la storia d'amore! Ma questa è bella da scoprire leggendo il libro, soprattutto per come viene descritta lei (e anche qui, nelle sue pene d'amore, mi sono rivista e commossa) e per come.....No, non ve lo dico, dovrete per forza fare l'espressione che ho fatto io quando sono arrivata alla fine.
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