“Mi sembrate proprio dei villanzoni, che venite qui a reclamare san Gennaro come se reclamaste un san Crispino qualunque! Sappiate che san Gennaro è un signore che non si scomoda così per il primo venuto”.“Guarda!” disse una voce tra la folla. “Eppure Gesù Cristo si scomoda per il primo venuto. Quando io chiedo il buon Dio, me lo rifiutano forse?”“Ecco precisamente dove vi aspettavo!” riprese il canonico. “Di chi è figlio Gesù Cristo, per piacere? Di un falegname e di una povera donna, come potremmo esserlo voi ed io; mentre san Gennaro è tutt’altra cosa. San Gennaro è figlio d’un senatore e di una patrizia; è dunque, come vedete, ben altro personaggio che Gesù Cristo. Andate perciò a cercare il buon Dio, se volete; ma quanto a san Gennaro – sono io che ve lo dico – vi potete riunire in numero dieci volte maggiore, e gridare quattro volte tanto, egli non si scomoderà, perché ha il diritto di non scomodarsi.” Alexandre Dumas (1802-1870), l’autore de I tre Moschettieri, Vent’anni dopo, Il Conte di Montecristo, fu anche un uomo radicato nella politica del suo tempo. Amico e ammiratore di Giuseppe Garibaldi, testimone oculare della battaglia di Calatafimi (che descrisse ne I garibaldini, pubblicato nel 1861), fu nominato da questi “Direttore degli scavi e dei musei”, carica che mantenne per tre anni (1861-1864) sino a quando, a causa dei malumori dei napoletani, che mal digerivano che uno straniero occupasse un tale incarico, preferì dimettersi e rientrare a Parigi.Autore della monumentale storia I Borboni di Napoli, nel corso del suo soggiorno a Napoli, Dumas ebbe modo di conoscere bene la città e i suoi abitanti, che descrisse in modo mirabile in alcuni suoi libri quali Il Corricolo e La Sanfelice, biografia romanzata di Luisa Sanfelice.In queste pagine, tratte da Il Corricolo, racconta con allegria e vivacità la profonda devozione dei napoletani per San Gennaro e il miracolo della liquefazione del suo sangue.
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