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Anno edizione: 2008
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Le"Scale a San Potito"in una Napoli da poco fuoriuscita dalla II guerra mondiale rappresentarono per molti poveri partenopei un condominio a cielo aperto dove trascorrere la notte coperti da qualche cencio e dal cielo. Il narratore di questo intenso romanzo vive, da visitatore, la realtà delle Scale: si immerge in questa realtà di disagio, di povertà, ma anche di vitalità. La vitalità il narratore la ritrova in Giovanni che, se pur convinto dimostrante nei cortei, sceglie la via del nuovo"inquilino"Paolo, ex guardiano di una villa a Capodimonte appartenente ad un ricco scapolo. Giovanni per il narratore rappresenta il confidente, l'amico ed in nome di questa sincera e nostalgica amicizia ritorna alle Scale dopo la sua morte. E,infatti,scrive:"Se non si riprende subito contatto con gli oggetti,la stanza,tutto ciò che appartiene alla persona cara che è morta,si rischia di non liberarsi più da un senso di sgomento e di timore. Da quando il mio amico Giovanni aveva finito di vivere,alcuni mesi fa,non m'ero mai più sentito l'animo di rivedere le scale.Ed ora,ecco,sono qui dove ci siamo conosciuti,dove ha vissuto nell'ultimo inverno,quello precedente l'estate a cui questa notte appartiene."La morte dell'amico segna la vita del narratore che scrive,infine,!"...la tensione si placò,come se con l'oscurità fosse giunta la quiete,come se l'ombra ormai informe del corpo sul tavolo m'affidasse ora il senso della sua sconfitta.Era come riuscire a vedere ciò che si è desiderato per tanto tempo inutilmente,come se dentro di me la vita acquistasse un significato dopo anni che ne era stata priva." Romanzo preso in prestito in biblioteca ... luogo dove in una successione di dorsi i libri si fanno scegliere da sè:talvolta possono deludere, talvolta donano al lettore dei piccoli capolavori come "Scale a San Potito" di L.Incoronato.
" In questa casa / dove nacquero / molte pagine dei suoi libri / visse / Luigi Incoronato ( 1920-1967 )/ che in tempi di vilta' cortigiana / contrappose al potere / e all' industria delle coscienze / il suo amore per gli uomini / e il rigore / della sua liberta' / intelletuale e morale ". Testo della lapide posta sulla facciata della casa in via del Piano a Ururi ( Cb )- nell' ottobre del 1985 - , dove per molti anni della sua giovinezza , abito' Luigi Incoronato presso la zia Elvira. Le parole incise sono state dettate dallo scritore Luigi Compagnone , molto amico di Incoronato. A quei tempi ero un assessore " ombra " alla cultura del piccolo paese , eletto come indipendente nella lista dell' allora partito socialista , per un' amministrazione la cui lettera maiuscola, sarebbe un errore di battitura. Eravamo duri e puri e ci lasciavamo coinvolgere in battaglie morali e culturali nelle quali ci sentivamo investiti di una purezza che oggi, dopo tanti anni , commuove. E spaventa. In quel periodo conobbi lo scrittore Michele Prisco e la sera prima della celebrazione e posa della lapide commemorativa, andammo a cena con gli ospiti. Prisco mi disse : " Era un grande personggio Incoronato, di un' onesta' morale e intellettuale che non esiste piu'". Lessi tutti i suoi romanzi, pochi in verita', e mi commosse molto , questo " Scala a San Potito ", dove , lo scrittore per scriverlo e vestirlo dell' intensita' che si ritrova nel testo, visse un anno con i poveri di Napoli, convivendo con loro l' estremo bisogno che solo la poverta' insegna e la grazia dell' amicizia e della dedizione degna di un apostolo. Di un Santo. Interrogai molti che lo avevano conosciuto , i piu' mi dissero : " era un uomo molto solo , molto isolato, camminava sempre d solo per le strade intorno al paese". Forse cercava se stesso, chissa' se si ritrovo' il mattino di quel giorno in cui , si sedette su un divano della sua casa di Napoli e lascio' aperto il gas , lasciando una lettera sullo scrittoio e un grande vuoto nel cuore di tanti cuori.
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