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Lo scarafaggio - Ian McEwan - copertina
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scarafaggio

Descrizione


Con l'intelligenza, lo spirito e la caustica ironia che gli sono inconfondibilmente propri, Ian McEwan rende omaggio al genio di Franz Kafka e alla tradizione satirica inglese che ha in Jonathan Swift il suo piú eminente rappresentante.

«Un trionfo di comicità. Come si può restituire al ridicolo chi non ha rivali nel rendersi ridicolo da sé? McEwan riesce nell'impresa con stile superbo e spassosa eleganza» - The Observer

Jim Sams si sveglia da sogni inquieti per ritrovarsi trasformato, dallo scarafaggio che era, in un essere umano. Nel corso della notte la creatura che fino al giorno prima sfrecciava tra mucchi di immondizia e canaline di scolo è diventata il piú importante leader politico del suo tempo: il primo ministro inglese. Tuttavia, forte della grande capacità di ogni scarafaggio di sopravvivere, Jim Sams si adatta rapidamente al nuovo corpo. In breve presiede le riunioni del Consiglio dei ministri, dove si rende conto che gran parte del suo Gabinetto ha subito la stessa sorte e che quegli scarafaggi trasformati in umani sono piú che disposti ad abbracciare le sue innovative idee di governo. I capi di stato stranieri sembrano sconcertati dalle mosse arroganti e avventate di Jim Sams, a eccezione del presidente degli Stati Uniti d'America, che lo appoggia con entusiasmo. Qualunque riferimento a fatti realmente accaduti e persone realmente esistenti non sembra da escludere. Con l'intelligenza, lo spirito e la caustica ironia che gli sono inconfondibilmente propri, Ian McEwan rende omaggio al genio di Franz Kafka e alla tradizione satirica inglese che ha in Jonathan Swift il suo piú eminente rappresentante. Questa metamorfosi al contrario diventa una lente attraverso cui osservare un mondo ormai del tutto sottosopra. «Il populismo – scrive McEwan nella postfazione – ignaro della sua stessa ignoranza, tra farfugliamenti di sangue e suolo, assurdi principî nativistici e drammatica indifferenza al problema dei cambiamenti climatici, potrebbe in futuro evocare altri mostri, alcuni dei quali assai piú violenti e nefasti perfino della Brexit. Ma in ciascuna declinazione del mostro, a prosperare sarà sempre lo spirito dello scarafaggio. Tanto vale che impariamo a conoscerla bene, questa creatura, se vogliamo sconfiggerla. E io confido che ci riusciremo».
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Dettagli

2020
12 maggio 2020
120 p., Rilegato
9788806245818

Valutazioni e recensioni

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Alex
Recensioni: 4/5

Anche solo leggendo la postfazione si capisce quale sia l’intento dell’autore: prendere in giro la situazione assurda che si era creata nel periodo della Brexit, in quanto McEwan è britannico di nascita. Tutto questo trasformato in chiave parodico-satirica in questa breve storia, dove il primo ministro inglese - Jim Sams - viene sostituito da uno scarafaggio che vuole cambiare completamente le carte in tavola con il così chiamato ‘Inversionismo’. Con sarcasmo, un miscuglio di riferimenti che vanno da Kafka a Jonathan Swift, McEwan sa benissimo di cosa sta parlando e in nemmeno duecento pagine riesce a divertirci e ricordarci di un problema molto serio, che effettivamente risultava impensabile o persino una fake-news a chiunque avesse a che fare con la notizia. La scrittura è magistrale, tiene incollati alle pagine e allo stesso tempo fa riflettere su questo evento che ha cambiato la storia dell’Euopa e quanto sia stato importante.

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@bloggingwithmissb
Recensioni: 5/5

🇬🇧Signori, il Mito. Che Ian Mcewan occupi il primo posto nel mio cuore di lettrice è ormai cosa universalmente nota, che riesca a stupirmi ed affascinarmi in ogni sua opera , anche. In questo breve romanzo che già dal titolo vuole essere un omaggio alla Metamorfosi di Kafka, l’autore ci offre una divertentissima parodia di una delle crisi più grandi nella storia della Gran Bretagna: la Brexit. 🇬🇧La storia Kafkiana resta comunque un omaggio perché la trama è capovolta, è infatti uno scarafaggio a svegliarsi nel corpo umano e a scoprire di essere niente di meno che il Primo Minitro del Parlmento Inglese. Ovviamente l’ironia è sottile e la Brexit non è mai menzionata , cosi come non lo sono i suoi protagonisti, si parla di una nuova rivoluzione politica : l’Inversionismo. Il piano del Governo è infatti quello di far fallire miseramente l’intero Paese per portarlo ad una sorta di purificazione, solo cosi ci sarà speranza per una rissurrezione ed un ritorno al successo planetario 🇬🇧Uno scritto geniale e pungente, come siamo abituati a leggere dalla sua penna mai scontata, sempre attuale , a volte drammatica ma mai scontata. Leggetelo!

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Silvia
Recensioni: 3/5

Pur apprezzando da sempre lo stile e l'ironia di McEwan, questa volta sono rimasta un po' delusa. Il romanzo da un lato rovescia l'idea de La metamorfosi di Kafka, dall'altro propone una teoria economica tanto assurda, quanto interessante. Al di là delle buone idee, però, il romanzo stenta ad essere avvincente e a coinvolgere davvero il lettore.

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Voce della critica

Tutti conoscono, sia anche solo per fama, la storia di Gregor Samsa: Franz Kafka ha narrato la sua metamorfosi da commesso viaggiatore a scarafaggio in uno dei racconti più celebri della letteratura del Novecento. Oltre cent’anni dopo, Ian McEwan dà vita al suo fratello spirituale Jim Sams, nato scarafaggio ma misteriosamente tramutato in un essere umano. Jim però non è un lavoratore di media categoria, non ha una routine da pendolare né lo spirito stacanovista e devoto all’ordine sociale di Gregor Samsa. Jim è il primo ministro inglese: ammanicato con gli intrighi di governo, facile all’ubriacatezza, manipolatore e ipocrita per necessità.

L’incipit dell’ultimo romanzo di McEwan è un’esplicita citazione de Le Metamorfosi, e non solo per il riferimento allo scarafaggio e il nome del protagonista, ma per tutto l’insieme di dinamiche che dà il via all’opera. Gregor e Jim si svegliano entrambi sul loro letto, non riconoscono il proprio corpo e si prendono qualche momento per cercare di comprendere cosa non quadri; poi qualcuno bussa alla porta, il tempo stringe e i due sfortunati protagonisti si fanno in quattro per superare le difficoltà e cercare di andare avanti. Jim impiega però poche pagine per realizzare l’impresa che Gregor non riuscirà mai a portare a termine in tutto il racconto: adattarsi al nuovo corpo e fare di necessità virtù.

Il parallelismo tra Kafka e McEwan termina qui. Dopo aver giocato con un primo rimando a Le Metamorfosil’autore prende una strada del tutto diversa, lasciandosi dietro Gregor Samsa e il senso metaforico delle sue vicende per abbracciare uno sviluppo completamente nuovo.

Prima di tutto, l’opera di McEwan mette in scena un’assurda (forse) situazione di fantapolitica. Quando l’anonimo scarafaggio si risveglia nel corpo dell’uomo più potente di Inghilterra, la situazione politica del paese è a un bivio: due forze e due ideologie spingono verso direzioni differenti, bilanciate però dal classico tira e molla delle alte cariche, dal potere dei media e dall’egoismo dei singoli. Prendere una decisione definitiva sembra impossibile, ci sono troppi interessi in gioco, lo stallo è inevitabile. Jim Sams è infatti uno dei massimi esponenti degli Inversionisti, una corrente politico-economica che vuole rivoluzionare il sistema invertendo il flusso di denaro: anziché guadagnare soldi lavorando e poi spenderli per comprare, gli Inversionisti vogliono un mondo in cui si deve pagare per avere un lavoro, per poi guadagnare soldi facendo compere. In altre parole, una follia. Dall’altra parte c’è quella nutrita fetta di esperti e opinionisti che giudica la manovra inversionista un suicidio nazionale, e che vengono quindi bollati con l’etichetta “Cronologisti”.

Lo scarafaggio non parla davvero di un insetto che diventa un uomo, ma di un essere umano che manovra un articolato meccanismo politico per far approvare un sistema economico assurdo, destinato a mandare in rovina l’intera nazione. La metafora animale serve a sottolineare il viscidume di certe iniziative politiche, che perorano cause autolesioniste distorcendone il significato al fine di convincere l’opinione pubblica.

Il parallelismo con la Brexit a questo punto non è solo un’ipotesi. McEwan dedica l’ultimo capitolo a una spiegazione esplicita del senso metaforico del romanzo, come chiusura di una narrazione insieme divertente e angosciante – divertente perché assurda, angosciante perché anche la realtà molto spesso lo è, e la manovra degli Inversionisti forse non è tanto più difficile da credere di quanto non lo fosse un tempo la Brexit.

Alcuni personaggi richiamano in maniera quasi esplicita certe personalità politiche contemporanee, come il popolare presidente americano Archie Tupper, altri invece rappresentano più che altro delle categorie, ingranaggi di un meccanismo politico che permettono al sistema di funzionare sempre allo stesso modo e diventare quindi abbastanza prevedibile da costruirci sopra una parodia. Proprio per questo, alla fine non sono i personaggi a fare la differenza nella storia. Jim e i suoi colleghi sono tratteggiati da un punto di vista caratteriale quel tanto che basta a far funzionare il romanzo. Il vero tema è la Brexit, che non ha avuto bisogno di un insetto antropomorfo per avvenire sul serio, quindi indagare l’anima di Jim è molto meno importante che mettere in scena i meccanismi con cui riesce a cambiare le sorti del paese.

Lo scarafaggio a prima vista sembra quindi un gioco letterario basato sulla reinterpretazione de Le Metamorfosi di Kafka, per poi trasformarsi quasi subito in un altro gioco, molto più attuale, di reinterpretazione in chiave fantastica della politica contemporanea. Certamente McEwan non è stato il primo scrittore ad aver sentito il bisogno di esprimere il proprio punto divista sulla decisione dell’Inghilterra di uscire dall’Unione Europea – se ogni autore è figlio della sua epoca, la Brexit ha segnato uno scossone violento anche nel mondo della letteratura, e non solo quella inglese. Penso a opere come Brexit Blues (Mondadori, 2019) di Marco Varvello o Il taglio (66than2nd) di Anthony Cartwright, ma anche a Middle England (Feltrinelli, 2018), il romanzo in cui Jonathan Coe ha recuperato alcuni dei protagonisti de La banda dei brocchi (Feltrinelli, 2001) e Circolo chiuso (Feltrinelli, 2004) per far loro vivere le tensioni della Brexit.

McEwan però reinterpreta tutto questo in una realtà diversa, metaforica, e quindi potenzialmente universale: Lo scarafaggio non è la rappresentazione di un unico evento storico, ma di un meccanismo perverso che può riproporsi altre mille volte in altrettanti modi diversi. Il messaggio che traspare è fortemente di parte, essendo il riflesso della prospettiva di McEwan sulla Brexit, ma il meccanismo con cui viene raccontato può essere letto da un punto di vista molto più ampio, adattabile a diverse ideologie. È lo specchio di un certo modo di fare politica: squallido, viscido, opportunista, manipolatorio. In altre parole, la politica degli scarafaggi.

Recensione di Anja Boato

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Conosci l'autore

Ian McEwan

1948, Aldershot

Scrittore e sceneggiatore britannico. Esordisce con due raccolte di novelle, Primo amore, ultimi riti (1975 - pubblicato da Einaudi nel 1979 con la traduzione di Stefania Bertola) e Tra le lenzuola (1978 - edito da Einaudi nel 1982 sempre con la traduzione della Bertola), che ritraggono, in uno stile raffinato e impersonale, situazioni quotidiane, dominate tuttavia dall’ossessione per il sesso e segnate dalla morte. Sesso, perversione e morte sono temi trattati anche nei primi romanzi, Il giardino di cemento (1978, portato sul grande schermo nel 1993 dal regista Andrew Birkin con la nipote Charlotte Gainsbourg e tradotto dalla Bertola per Einaudi nel 1980) e Cortesie per gli ospiti (The Comfort of Strangers 1981 - Eianudi 1983, tradotto in film nel 1991 dal regista Paul Schrader con...

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