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Il libro di Maurizio Bassetti La scelta giusta offre molteplici chiavi di lettura: romanzo storico, narrazione memorialistica, romanzo-saggio (capace di ricostruire con precisione documentaria le esperienze più innovative del cattolicesimo dopo il Concilio Vaticano II), racconto di formazione… Prima ancora, è un’avventura esistenziale, la storia avvincente di un ragazzo di Firenze raccontata attraverso le minime vicende del quotidiano e i grandi avvenimenti storici degli anni Sessanta e Settanta: studente del Liceo Michelangiolo, il protagonista Mauro Bassini (alter ego dell’autore stesso) è un adolescente timido e impacciato, alle prese con le amicizie più significative e i primi amori, dotato di una singolare forza interiore che lo spinge a farsi domande impegnative sul proprio destino individuale e sul significato dell’esistenza. Partito da una formazione cattolica di tipo convenzionale, Mauro avverte il bisogno di un rapporto più profondo e autentico con la fede, che stabilisce grazie all’incontro con alcuni dei protagonisti del rinnovamento spirituale di quegli anni. Sfondo della vicenda sono le prime rivolte studentesche, alle quali il giovane partecipa all’inizio per curiosità, poi consapevolmente. Figura emblematica di una generazione protagonista di profondi cambiamenti, egli esprime, allo stesso tempo, un’irriducibile soggettività e la capacità di mantenere uno sguardo critico sulle derive violente di quella stagione. Il romanzo, sin dal titolo, richiama anche il modello del racconto filosofico, seppure con esiti lontani dal Candide di Voltaire. Il dolore e la morte, l’ingiustizia del mondo non precludono al protagonista l’opportunità di decidere la sua strada, di compiere la scelta dell’impegno civile e della solidarietà verso il prossimo. Da qui l’ottimismo e la freschezza dell’opera, la sua apertura fiduciosa al futuro, aspetti che riflettono al meglio proprio la sensibilità giovanile, di cui l’autore sa farsi ancora interprete sensibile e partecipe.
Firenze, giugno 1968 - Mauro è un quattordicenne atipico: serio e riflessivo, non resta indifferente alle sollecitazioni dell'insegnante di religione e ai racconti della madre, che nell'agosto del 1944 aveva coraggiosamente soccorso un partigiano ferito da un fascista. Così, nell’anno cruciale dell’inizio della contestazione, egli comincia a porsi un interrogativo etico di fondo: quello di fare la ‘scelta giusta’, che possa conciliare la sua fede cristiana con l'impegno civile in difesa dei valori di libertà e uguaglianza. Il liceo Michelangiolo, che inizia a frequentare nell’autunno di quell'anno, gli appare già come una schola vitae: non solo per l’amicizia importante col suo omonimo, ma anche per gli scioperi promossi dagli ‘agitatori’ della scuola in nome delle tre M (Marcuse, Marx e Mao). Mauro non resta a guardare, ma partecipa attivamente ai comizi, cercando di formarsi un'opinione personale. Intanto, trova il tempo di frequentare la chiesa ‘alternativa’, quel gruppo di sacerdoti che si oppongono alla Chiesa corrotta dei potenti. Gli anni passano e Mauro affronta le sfide della vita, finché arriva il fatale momento della ‘scelta giusta’: durante una manifestazione antifascista, egli non esita a soccorrere un ragazzo aggredito, a rischio della sua stessa vita. Un suggestivo romanzo di formazione, il cui hic et nunc è rappresentato dalla topografia fiorentina (i titoli di molti capitoli coincidono con strade e piazze della città) e dagli eventi chiave dell'epoca della Chiesa post-conciliare, dei movimenti studenteschi fino al golpe cileno del ‘73. Il tempo però è realisticamente scandito dal percorso scolastico di Mauro, dato che l'autore, da ex alunno ed insegnante, è ben consapevole dell'importanza del mondo della scuola durante la pubertà. Un romanzo-documento, ‘buono’ e ben scritto, che si legge d'un fiato e che dovrebbe far riflettere la generazione dei millennials - più scaltrita, ma forse meno autenticamente impegnata degli adolescenti del ‘68.
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