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Nei saggi raccolti in questo volume Ezio Raimondi pone a confronto gli universi della scienza e della letteratura con l'ausilio di strategie diverse, che trovano il loro punto d'incontro nel riconoscimento comune che l'universo in cui viviamo viene articolato dal linguaggio e dalla prassi, dalla cooperazione comunicativa.Le risposte o le domande del composito prisma teorico e speculativo, costruito intorno alle nozioni di modello e di metafora, di scoperta e di analogia, proprio perche rimandano ad aree di cultura, a «forme di vita» complementari, divengono alla fine uno stimolo a esperire anche all'interno della nostra tradizione letteraria nuovi strumenti critici, e confermano la struttura retorica dellacomunicazione scientifica, la storicità non lineare e discontinua della conosceriza nel suo rapporto genetico con un sistema sociale. Cosí le categorie della costruzione gnoseologica - il pathos dell'istinto di verità, come diceva Nietzsche - si saldano senza fratture alle analisi storiche di esperienze cruciali come l'enciclopedismo settecentesco e la linguistica antropologica di Wilhelm von Humboldt, di cui il critico letterario può riscoprire l'intensa modernità anche dopo lo strutturalismo, in direzione di una tipologia della cultura e di una semantica del discorso che implica una sintesi della coscienza storica e di quella illuministica, un confronto consapevole tra la vitalità e la razionalità.Nella rilettura dei problemi del passato attraverso la riflessione emancipatrice del presente, lo spazio del metodo ipotetico deduttivo riceve il sigillo della verifica empirica, si correla all'unità antidogmatica della prassi, allo stile libero e imprevedibile della ragione dialogica. Ma nello stesso tempo, ritornando alle matrici di un sistema o di un ciclo culturale, si viene anche a mettere in causa la certezza istituzionalizzata del presente, cioè la mitologia di una modernità che non vuole applicare a se stessa la critica dell'illusione.
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