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Anno edizione: 2020
Anno edizione: 2021
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L'ho trovato molto noioso... e l'ho finito solo perché me lo sono imposta. Ci sono romanzi psicologici molto più accattivanti: mi vengono in mente "Follia" di McGrath o "Rebecca, la prima moglie" di Daphne du Maurier. Questo per dire che anche i romanzi che si focalizzano quasi esclusivamente sull'animo umano possono trascinare il lettore in un percorso appassionante, coinvolgente e stimolante. Ma la Highsmith, a mio parere, non centra l'obiettivo.
Scritto nel 1950 , tradotto in film da Hitchkok, fu la fama immediata, un capolavoro. Delitto per delitto, due sconosciuti si incontrano in treno e si parlano , uno scambio, un favore, e l'ansia cresce leggendo, diventa insopportabile e prevale il senso di colpa. meraviglioso, ineguagliabile, Forse all'altezza del Grido della Civetta. La più grande scrittrice di thriller americana che odiava gli USA e visse in Europa.Mai più nessuno finora è riuscito ad eguagliarla.
L'uomo è abituato a uccidere. È uno sport al quale non riesce a rinunciare, continuerà ad allenarcisi in eterno, troppi interessi in gioco. Ma quando anche questi ultimi vengono a mancare, quando non è necessario, perché farlo? La Highsmith prende due sconosciuti, li fa incontrare e innesca un meccanismo narrativo accattivante, in cui le esili motivazioni del gesto criminale inanellano conseguenze destabilizzanti dal punto di vista psicologico per almeno uno dei due protagonisti. Ed è questo aspetto ansiogeno, claustrofobico, che salva la lettura dalla noia suscitata da uno stile piatto, avaro di pathos, che però ha il merito (o demerito, per alcuni) di ricondurre il tutto ad una sensazione di quotidiana (a)normalità, che in una situazione del genere è un bel risultato. Hitchcock, nello spesso dimenticato "L'altro uomo", accende il gioco del delitto per delitto in un film assai godibile - fantastica la scena finale della giostra -, ma che in realtà, seppur più brioso, osa meno del romanzo. Da vedere.
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