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Scrivimi - Elisabetta Rasy - copertina
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Descrizione


La sincerità delle ultime parole tra un uomo che sta morendo e la donna che lo assiste. "Non è perché uno sta morendo che vuole sentire delle chiacchiere sceme oppure che tempo fa. Proprio perché sta morendo vuole sentire cose interessanti, cose vere. Stavo seduta allo scrittoio, scrivevo, mi voltavo, leggevo. Poi mi alzavo e mettevo il disco. Poi ricominciavo a scrivere e a leggere. Lui dormiva e sentiva."
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Dettagli

2011
Tascabile
37 p., Brossura
9788874522873

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alida airaghi
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Le edizioni Nottetempo pubblicano libriccini di narrativa,saggistica,poesia limitati alla quarantina di pagine.Non si tratta di capolavori,non propongono idee sconvolgenti,né alimentano dibattiti.Ma offrono una lettura piacevole,in uno stile dignitoso ed elegante:con i tempi che corrono,non è poco.Così questo racconto di Elisabetta Rasy,che ho letto in treno passando un quarto d'ora di distesa non-concentrazione.Un avvocato di Roma narra in prima persona la fine dello zio materno,novantenne malato di solitudine e forse di Alzheimer.Il nipote vorrebbe fare in modo di trattenere il "soffio dell'esistenza in quel corpo che andava trasformandosi in un pesante fantasma di carne stanca e muscoli infiacchiti". Ovviamente lo zio non era sempre stato così,malandato e inebetito;bancario di "radicale e altera energia",lo zio Enrico era stato "possente atletico e indecifrabile come un cavallo di razza...formale e austero,lesinava i gesti espansivi e le parole".Aveva avuto anche una moglie,sudamericana dolce e bellissima,che però l'aveva lasciato dopo solo un anno di matrimonio:quindi un'esistenza solitaria e orgogliosa,silenziosa e dedita esclusivamente al lavoro e allo sport.Poi la malattia, e il nipote di lui aiutato e seguito per tutta la vita gli cerca delle badanti che lo assistano giorno e notte,anzi,che divengano quasi angeli custodi,amorevoli e fedeli.La custode delle notti malate del vecchio è una giovane cilena,Isabel,che allevia l'immobilità incosciente di lui facendogli ascoltare sempre lo stesso disco,un tango intitolato "Scrivimi",che gli aveva regalato la moglie sudamericana. Mentre assiste il vegliardo,la giovane Isabel scrive lunghe lettere d'amore al fidanzato cileno,che non le risponderà mai. Quando il vecchio muore,la ragazza chiede al nipote come regalo d'addio proprio quel disco:e il racconto finisce in sordina,quasi con l'imbarazzo di trovare un finale adeguato a una storia che non dice molto. E così, anche il finale rimane sospeso,e non dice molto.

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Elisabetta Rasy

1947, Roma

È una scrittrice e giornalista italiana. Studiosa di narrativa ottocentesca, è cofondatrice delle Edizioni delle Donne. Ha pubblicato saggi di letteratura al femminile: La lingua della nutrice (1978), Le donne e la letteratura (1984), Ritratti di signora (1995). Si è volta alla narrativa con La prima estasi (1985), opera di scrittura meditativa e introspettiva. Successivamente ha pubblicato Il finale della battaglia (1987), L’altra amante (1990), Mezzi di trasporto (1993), Posillipo (Rizzoli  1997), Tra noi due (Rizzoli 2002), La scienza degli addii (Rizzoli 2005) e Le disobbedienti (2019).

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