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Anno edizione: 2022
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Ringrazio Lara Ghiglione e Vanessa Isoppo per il loro illuminante saggio “Se il fascismo va di moda”, dalla lettura del quale appare chiaro come, nel nostro paese, la destra a poco poco abbia fatto breccia nell'orizzonte giovanile, fagocitando i luoghi di aggregazione per loro più allettanti: discoteche, palestre, curve degli stadi di calcio. Da tifosa di una squadra locale, posso ad es. affermare, per esperienza diretta, che i ragazzi, senza quasi rendersene conto, si abituano ai riti del tifo calcistico, troppo spesso sdoganati come esternazioni goliardiche, che riprendono molti dei riti cari al fascismo: il braccio teso durante la presentazione dei giocatori all'inizio della partita; le offese sempre più pesanti contro i tifosi avversari, visti come il nemico; i cori maschilisti e addirittura razzisti . Per non parlare delle strategie comunicative nei social network “che utilizzano la fascinazione che può esercitare il discorso estremista nei giovani”; si sprecano i like a post che si distinguono per la violenza del linguaggio o che esaltano comportamenti violenti, Linguaggi e comportamenti che affascinano spesso le generazioni più giovani, che sempre meno hanno memoria diretta e molto ignorano della storia passata. Ed è sempre più evidente e frustrante la fatica che associazioni come ad es. l'A.N.P.I., di cui io faccio parte, di riuscire a parlare il linguaggio di questi giovani, per trasmettere loro valori come il rispetto per l'altro e per le sue opinioni, la difesa dei diritti civili e sociali, sui cui si basa la nostra Carta costituzionale
Credo sia normale, per chiunque abbia una mente curiosa ed un certo senso critico, domandarsi cosa spinga molti giovani ad avvicinarsi ed a sentirsi rappresentati da un movimento politico e sociale così lontano da loro, non solo in senso temporale, ma anche, e soprattutto, lontano da quella libertà, stile di vita tipico della loro età. L'accurata e attenta analisi delle autrici risponde a questa e molte altre domande sul perché il fascismo sia tornato "di moda". Si torna a parlare di un argomento che credevo fosse ormai rinchiuso nei libri di scuola, nella memoria dei nostri cari vecchi, ma si parla anche di cosa si possa e si debba fare per rendere altisonanti le nostre voci, voci che sottolineano l'urgenza di non dimenticare cosa sia costato arrivare alla liberta'di pensiero, parola, espressione del proprio modo di essere, senza che ciò possa essere punito. Il libro ci insegna a non dare per scontato ciò che abbiamo, che ci sembra di avere da sempre, e che qualcuno o qualcosa potrebbe portarci via. Ci insegna a non aver paura di essere i nuovi partigiani.
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