Il secolo che verrà

Un bel, seppur risalente, libro delle conversazioni di Guitton con Guyard "riunire l'intelligenza critica e la fede": questo viene testimoniato da Guitton assieme a tanti pensieri: Concentrarsi su ciò che è obbligatorio, aprendosi all'universale perchè l'uomo sia uno e molteplice (come era Platone). La cultura è diminuita per il progresso tecnico, con la degradazione della televisione che sopprime la nozione di differenza, etc. Bisogna sostituire ai castighi imposti quelli accettati. "Quando si attraversa un periodo difficile nella vita (..) è sempre tra la gente del popolo che si può trovare l'aiuto più costante, più sincero, più efficace". "Un destino si dispiega allorchè una libertà si realizza. Tale è l'aspetto insolubile del passaggio dell'essere nel tempo (..) La verità non sta per forza dalla parte della precisione". La integrità (totalità) oltre al dividere e l'unire. La differenza tra cristiano e non: il primo è in abito da viaggio perchè dal viaggio non è ancora tornato, il non cristiano non ha l'abito perchè è già arrivato. Va compiuto l'abbandono dimenticando il tempo presente, passato e l'avvenire. Le armonie invisibili sono più interessanti per lo spirito di quelle visibili. Non serve dubitare per credere: la fede si potrebbe definire "la speranza perfino conto la speranza". "Dopo il 2000 occorrerà più che mai possedere queste due qualità, la prima del quali consiste nell'estrarre tutto dalle proprie viscere, la seconda nel mantenere lo spirito aperto all'universale".