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IL DOGUI Lo scrtittore racconta in maniera molto dettagliata, la vita di uno dei caratteristi lombardi più amati del cinema italiano, "il cummenda". Anche lui come molti suoi colleghi, nella vita era il personaggio dei suoi film, qui siamo nella Dolce Vita milanese, dalle serate del mitico Derby, alle feste a casa di Dali', sempre al centro della movida milanese usando una genialità degna del migliore yuppies, UN GENIO.
Chi è stato Guido Nicheli? Il più improbabile fra i divi del cinema italiano, ma il più inattaccabile fra i caratteristi, con ogni probabilità: una figura unica all'interno del panorama nazionale della settima arte, un uomo che ha vissuto come una star e ha recitato semplicemente essendo sé stesso. La sua presenza, per quanto quasi sempre in parti di contorno, è assidua sia sul piccolo che sul grande schermo nel corso soprattutto degli anni Ottanta e dei primi Novanta; da Sapore di mare a I ragazzi della Terza C, da Favola a Fantozzi 2000, Nicheli ha lasciato un'impronta indelebile in tutte le opere cui ha preso parte. Questo perchè, come racconta Sandro Paté in questo libro, il Nostro era un interprete semiimprovvisato, ma nato per stare su un palco e per improvvisare, purché sempre e soltanto confinato nel ruolo di sé stesso: e quel sé stesso è stato codificato sullo schermo come il 'cumenda', il commendatore, l'imprenditore edonista e viveur per eccellenza. Paté compie un'eccellente indagine andando a ricercare parenti e amici di Nicheli per ascoltare le loro testimonianze e mettere insieme una biografia talmente incredibile da non poter essere che vera al cento per cento. Fra le varie voci ascoltate dall'autore per realizzare See you later vanno senz'altro ricordati Massimo Boldi, Andrea G. Pinketts, i fratelli Vanzina, Maurizio Micheli, Claudio Risi, Marco Giusti e Cochi Ponzoni: ma sono davvero tantissimi, incluso Jerry Calà autore della prefazione, a voler dire la loro per ricordare questo personaggio sopra le righe e capace di portare il sorriso con una battuta di poche parole. Esempi? "Sole, whisky... e sei in pole position!", "Alboreto is nothing!" e, naturalmente, l'epitaffio sulla sua lapide: "See you later". 256 pagine, con una nota critica di Gianni Canova.
Simpatico ma probabilmente un po' troppo prolisso.
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