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Anno edizione: 2021
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In questo giallo politico di bruciante attualità, Marco Travaglio racconta giorno per giorno il lungo “golpe al ralenti”, durato quasi tre anni, per rovesciare il premier più apprezzato dall’opinione pubblica e più odiato dall’establishment.
«Questo libro narra una storia non nuova, nella storia d’Europa: la storia, per dirla con Massimo D’Alema, di come l’uomo più impopolare abbia defenestrato il più popolare. Una pagina nera del giornalismo italiano che vale la pena ricordare» - Barbara Spinelli
«È vero. Non c’è stato un complotto per rovesciare Giuseppe Conte: ce ne sono stati almeno quattro in tre anni. Quattro tentativi di Conticidio. Tre falliti, il quarto riuscito. Come nell’Assassinio sull’Orient Express. Una sola vittima pugnalata da molti sicari con tanti mandanti e altrettanti moventi, tutti legati ai 209 miliardi del Recovery Fund. Con un’arma tutta nuova: la carta stampata. E un killer finale: il maggiordomo» - Marco Travaglio
“Giuseppe Conte inizia a scavarsi la fossa, ovviamente a sua insaputa, nella notte fra il 20 e il 21 luglio 2020, quando porta a casa il maggiore successo della sua carriera politica: i 209 miliardi di euro del Recovery Fund. Da quel momento, nei circoli che contano dell’eterna Italia lobbista, affarista e tangentista, la parola d’ordine è una sola, categorica e impegnativa per tutti: ora che arrivano tutti quei miliardi, mica li faremo gestire a chi non prende ordini da noi…”. In questo giallo politico di bruciante attualità, Marco Travaglio racconta giorno per giorno il lungo “golpe al ralenti”, durato quasi tre anni, per rovesciare il premier più apprezzato dall’opinione pubblica e più odiato dall’establishment. Mette in fila i fatti, esamina la scena del crimine e l’arma del delitto, interroga i testimoni, raccoglie gli indizi, analizza i possibili moventi, i probabili mandanti, i sicuri sicari. Si imbatte in almeno due colpi di scena: un incontro fra Draghi e D’Alema e il “fuori onda” profetico di un deputato leghista. E alla fine tira le sue conclusioni. Ma il verdetto lo lascia ai lettori.Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Travaglio suscita passioni e ostilità spesso pregiudiziali, ed è perciò bene concentrarsi sul merito di ciò che scrive. La copertina in stile “gialli Mondadori” e il titolo fanno presagire una serie di segreti che, come nei romanzi del genere, saranno svelati alla fine. In realtà non si tratta di alcun giallo né di segreti: tutto è pubblico e viene squadernato dall’Autore, a cominciare dai nomi di sabotatori, avvelenatori di pozzi e accoltellatori alla schiena. Nessuna meraviglia per una politica ormai ridotta a bassa cucina per gli interessi personali di pochi spregiudicati, cosa a cui un osservatore ha fatto il callo da decenni, pur con le dovute differenze; semmai segreti – o, per meglio dire, tenuti nascosti – sono i curricoli di molti ministri (e non solo quelli tecnici) del governo Draghi in cui non mancano giravolte, conflitti di interesse e rapporti imbarazzanti. Quello che fa più impressione è la concentrazione editoriale che pesa come una cappa di piombo sull’Italia e che manipola l’informazione e la formazione dell’elettorato. Travaglio ha voluto riportare questa sequenza di fatti – non smentiti – descrivendola nei minimi dettagli, e forse questo appesantisce la lettura; ma la sua prosa è brillante e certe sue battute fulminanti. Resta comunque una pagina di cronaca che è bene avere sotto mano, a futura memoria.
Guardando il titolo pensi che i migliori siano quelli che hanno preso il posto del governo Conte.Poi scopri che i presunti migliori hanno tentato di eliminare Conte cinque volte , il numero delle punte della stella dei Cinque Stelle , come in un anatema mefitico. Ci sono riusciti con il "nenene" della dittatura dei mass media: giornali e televisioni che per raggiungere il loro scopo , hanno usato la " lupara bianca" della disinformazione accusando la vittima sacrificale di tutto ed il contrario di tutto , di fronte ad una platea di lettori ai quali ,dopo 40 anni di televisione e giornali spazzatura ,si puo' raccontare qualsiasi fesseria che , tanto , se la bevono. Hanno fatto il conticidio.....ma rimane la soddisfazione di aver avuto , dopo piu ' di cinquanta anni , finalmente un governo del popolo , capace di ascoltare quella parte ancora onesta dell'Italia che lavora per vivere. Grazie Presidente, hai perso una sporca battaglia , ma confidiamo possa rialzare la testa e liberarci da questi faccendieri che stanno facendo regredire l'Italia a 100 anni fa. Complimenti a Marco Travaglio per la sua capacita' di far luce nella notte piu' buia del giornalismo italiano.
E' il primo libro di Travaglio che ho acquistato e letto. Ottima scelta. All'inizio del 2921, quando il governo Conte era continuamente in bilico, ho pensato quanto sarebbe stata auspicabile una ricostruzione ampia di quanto era accaduto e stava accadendo, per fornire elementi di comprensione di quegli eventi allucinanti. E' arrivata questa vera e propria ricerca, che ripercorre - giorno per giorno, ora per ora - come si è arrivati al "conticidio". Travaglio non è di certo sintetico, ma ha la capacità di coinvolgere il lettore nella sua narrazione come pochi altri, utilizzando una scrittura allo stesso tempo piana, amara e ironica. I nodi centrali del libro sono esplicitati nel capitolo "Le quattro giornate di Bruxelles" - dal 17 al 20 luglio 2020 - dedicato al tumultuoso Consiglio europo, che doveva definire la struttura generale del Recovery Fund e che si concluse con i 209 miliardi di euro assegnati all'Italia. Da allora è stato tutto un attacco politico martellante, per costringere il governo a cedere le armi. Il quadro dell'informazione nazionale che scaturisce dalla lettura, con infinite citazioni di articoli di quotidiani, è assolutamente sconcertante: fraintendimenti continui, false ricostruzioni, palesi menzogne sono stati all'ordine del giorno. D'altronde due dei tre grandi giornali "autorevoli" appartengono alla Fiat, il terzo è di Cairo, poi c'è la variegata stampa berlusconiana e quasi tutti gli altri., espressione dei gruppi di potere economico, che non possono consentire una gestione del Recovery Fund un minimo autonoma dalla loro volontà, come infatti sta già avvenendo.
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