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Anno edizione: 2022
Anno edizione: 2018
Anno edizione: 2010
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Scorre bene mi è piaciuto
un racconto giallo consigliare a chi non ama la violenza e l'azione bensì l'indagine psicologica, fatta di pochi elementi e tanto ragionare, Un comissario garbato, intelligente e riflessivo, elegante nei modi. Una Milano d'altri tempi che però non è immediatamente individuabile nella collocazione temporale: gli anni '20, ma potrebbero essere anche i '50. Il racconto porta a proseguire la lettura anche dei successivi. Purtroppo all' autore non fu risparmiato nulla, neanche una tragica fine.
"Credeva a tante altre cose, compresi il malaugurio, la telepatia e i presentimenti. Era superstizioso". Basta iniziare a scandirlo da questa frase mezzo commento al romanzo, raffinato puzzle nel quale l'illogico aleggia e spiazza muovendosi fra sedute spiritiche e strani libretti erotici scomparsi chissà dove e perché. Una vecchia libreria, di quelle ormai rare come isole di stupore, un mondo vario che ondeggia, sogghigna e tace coi suoi misteri e le sue paure, e due uccisioni tremende a elevare la trama. De Vincenzi dirà: "L'autore di questo delitto ha creato una macchina impeccabile. Tutte le rotelle al loro posto, il bilanciere sui rubini, ogni piccolo ingranaggio che combacia, dente a dente. E' un artista, un inventore, ti dico che il genio della delinquenza esiste". Ha ragione. Non semplice allora districarsi in questa Milano di soldi e di lussuria, di segreti, omissioni, tradimenti, salvo che il caso non ci metta i suoi pruriti a svelare - ma sempre per caso - qualche lieve indizio nelle brume che avvolgono. Ma è giusto ribadirlo, e ancora il Commissario stesso, perso fra gli arcani dell'indagine, lo dirà: "Questo delitto ha le caratteristiche della perfezione". Bisogna che il lettore si adagi dunque e festeggi l'incontro, più avanti non si può andare. Le pedine sono mosse magnificamente, i sentimenti dosati a puntino, le sorprese non mancano, i passaggi scattano ad arte. Prima esperienza per me con Augusto De Angelis, padre più che nobile del giallo nostrano, raffinato autore che Sellerio ha fatto benissimo a smuovere da certo oblio certamente ingiusto. Si legge con scalpitante curiosità, De Vincenzi è un intellettuale (come tanti detective legati a quel tempo, anni '30). Ma sarà una seduta spiritica ad alitare la soluzione, trovata niente affatto piccola nel quadro d'insieme. Forse ci si arriva, forse per nulla. Ma che importa. L'importante è godere la festa, trasalire, scuotersi, impressionarsi, e quando uno scrittore ci riesce, possiamo dirci contenti.
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