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Anno edizione: 2019
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Una spy story in bilico tra due continenti e due epoche, un romanzo corale su una civiltà al tramonto.
«Una storia che parte dalla Germania nazista e arriva fino al Sudamerica, intrecciando una delle più atroci verità della "soluzione finale": gli esperimenti medici effettuati nei campi di concentramento, con i prigionieri utilizzati come cavie» - L'Espresso
«Il romanzo scorre veloce e l’alternarsi dei due momenti temporali fornisce ritmo e si incastra perfettamente nell’ordito narrativo» – Francesco Morra
Agli inizi degli anni Quaranta, il maggiore delle SS Hans Lichtblau viene messo alla guida di un programma di ricerca che utilizza i prigionieri dei campi di concentramento come cavie, ma anche come assistenti, inquadrati nel Kommando Gardenia. Sullo sfondo degli esperimenti, la “soluzione finale del problema ebraico”, l’avanzata nazista in Russia e la colonizzazione dei territori dell’Est, poi, inaspettata, la disfatta e la caduta di Berlino. Del Kommando fanno parte Shlomo Libowitz, nato in uno shtetl polacco e convertitosi al sionismo nel Lager, e Anton Epstein, ebreo assimilato della borghesia praghese, convinto che l’unica risposta possibile alla barbarie sia il socialismo. Shlomo e Anton sopravvivono alla guerra e al trattamento di Lichtblau, testimoni scomodi di un mondo passato, eppure ancora capace di influire sul presente. A distanza di quarant’anni, per conto di mandanti diversi e in apparenza inconciliabili, i due reduci si mettono sulle tracce di Lichtblau, il quale, in America Centrale, combatte i sandinisti per conto della CIA, razzia villaggi e smercia droga. Quella di Anton e Shlomo è una vendetta tardiva, in una corsa contro il tempo, perché la vita potrebbe essere troppo breve per saldare tutti i conti.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Buon libro che si classifica tra il romanzo storico e il genere spionaggio. La vicenda si alterna tra gli anni della seconda guerra mondiale nell'est Europa e il 1982 in Sudamerica. Un libro che ho apprezzato per la trama e la scorrevolezza nella lettura non mancando di quell'atmosfera di suspense che fa da traino alla lettura.
Una storia di giustizia e vendetta, di viaggi e ritorni, di destini e del caso. Un libro duro e affascinante, come il ferro. Le storie di due sopravvissuti alla tragedia della shoa e della seconda guerra mondiale si incrociano con il loro aguzzino, in un viaggio per l'Europa e il mondo della Guerra fredda. L'autore, Giaime Alonge, dopo avermi conquistato con il suo precedente romanzo "L'arte di uccidere un uomo", si conferma come un autore coinvolgente.
Già solo il titolo, la copertina, e soprattutto la quarta di copertina così sfacciatamente minimale, ti danno subito l'idea che quello che hai in mano non è un libro qualunque. Se come me avete apprezzato "l'armata dei sonnambuli" (Wu Ming 2014), questo romanzo di Giaime Alonge, costruito con le stesse formule vincenti, vi assorbirà in una lettura altrettanto furiosa: anzichè la la terreur, la seconda guerra mondiale; al posto dei sonnambuli, guerriglieri alterati da sostanze psicotrope, e invece del pugilato, la spada e la sciabola. Il tutto in uno sfoggio continuo di erudizione militare, dalle divise ai veicoli alle armi, che forse non tutti sono in grado di apprezzare, ma è il vezzo distintivo dell'autore. Impressionante l'acutezza con cui scorre il romanzo sui suoi due binari spazio-temporali, di un realismo ad alta definizione, e tutta l'articolatissima struttura che offre al lettore scorci dettagliati delle più disparate contingenze storiche del secolo breve. Lungo il vertiginoso scorrere dei capitoli, che trascina il lettore verso un finale che promette essere epico, prendono forma tutti gli elementi per dare a questo romanzo di guerra un epilogo meritatamente esplosivo. Perché la battaglia conclusiva sarà incarnata da due personaggi squisitamente Giaimeschi (non dimentichiamo che l'autore è anche sceneggiatore e professore di storia del cinema): prendono posto in pedana, da un lato, il vecchio nazista senza scrupoli ora nei panni di una sorta di colonnello Kurtz, a capo di una tribù di guerrieri disposti a morere per lui; dall'altro niente di meno che il maggiore Jennings, già protagonista del suo anteriore romanzo e pertanto alter ego letterario dell'autore... E ovviamente la nemesi si abbatterá sul maligno, come da copione, nel più cinematografico dei modi possibili.
Recensioni
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