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lo sto ancora leggendo.ho 48 anni e sono cresciuta a milano.questo libro e' storia..visto che in un commento qualcuno ha detto che si legge in pochissimo tempo,consiglierei di farlo leggere ai ragazzi al primo anno delle superiori.Grazie Capanna!
Molto passato, poco futuro. In questo testo, che si legge in un'oretta prima di dormire, il compagno Capanna si leva una serie di sassolini dalle scarpe. In pratica, nelle 120 pagine a paragrafetti, riabadisce molti concetti, immutati o solo parzialmente aggiornati, di tutto quanto ha rappresentato il 68. Pttimo per chi vuole un bignami di concetti, poco utile per gli altri. Non aggiunge purtroppo niente nelle poche cartelle di testo scritte con carattere da libro per bambini, rilegate in copertina rigida, che valga i 13 euro del libro. Si ha qualche accenno alla modernità solo nelle ultime due parti, quando si parla di OGM e sosteniblità... ma in modo generico e senza particolari spunti. Sembra, piuttosto che una traccia di futuro, un'operazione che mescola un po' di voglia di tronfiarsi e un po' di voglia (o necessità) di far cassa, sfruttando la ricorrenza. Questo, per non essere indulgente ;) Pedro
Ha senso indagare il passato? E ciò vale anche per il sessantotto? E'quanto si chiede Mario Capanna nel suo recente libro col quale viene a comporsi la trilogia sul '68, quella lontana stagione politica che ha cambiato la società. In quest'ultima sua fatica, l'Autore scruta il passato per misurarsi, con onestà intellettuale, con il presente e il futuro. Il libro è dedicato, con generosità, a tutti coloro che non fanno finta di vivere, ma si amano perchè amano il mondo. Un libro nel quale l'Autore induce alla seria riflessione con domande come queste: Vive il '68? Parla ancora? Morto secondo il pensiero del "conservatore", il '68 è addirittura seppellito secondo il "pentito". E' invece qui, il '68, con le sue perduranti vibrazioni, ora affievolite ora riaccese dal vento della storia, osserva Mario Capanna. Gli avvenimenti del '68 non solo hanno scavato in modo profondo nella società, ma persistono nel loro valore investendo il presente e protendendosi al futuro. E' utile misurare la distanza. Nei quarantanni trascorsi, sostiene l'Autore, nulla è stato risparmiato al '68 e al suo messaggio essenziale. La profonda crisi di oggi della politica dovrebbe indurre ad una seria riflessione anche i più accaniti detrattori di quella stagione i cui accadimenti e il desiderio di cambiamento hanno penetrato il tempo. Indagare, quindi, il passato -secondo Capanna - aiuta fortemente a vedere in avanti, oltre il presente e al di là delle contigenze contemporanee. Senza il passato non è possibile avere cognizione del presente. Sta qui il valore insostituibile della "memoria storica". Il '68, secondo l'Autore, è precisamente questo: ciò che sta indietro e - al tempo stesso - qui e di fronte, nel ricordo e nella memoria, al pari di ogni altro avvenimento del passato.
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