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Sherlock Holmes e la tragedia del Titanic
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Sherlock Holmes e la tragedia del Titanic
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Nel 1912 Holmes e Watson si trovano a bordo del Titanic diretti in America, dove il detective inglese deve intraprendere una missione governativa top secret. Travestito da commodoro, Holmes ha anche l'incarico di badare a Christine Norton, giovane e attraente agente segreto, che deve consegnare alla marina statunitense dei progetti di grande importanza su di un sommergibile. Poco dopo la partenza i piani segreti vengono rubati e nascosti all'interno del transatlantico. La lista dei sospettati viene ristretta a un breve elenco di passeggeri, tra cui una bellissima vedova che non cela il suo interesse per il dottor Watson, ma soprattutto sul colonnello James Moriarty, fratello del leggendario professor Moriarty. Mentre l'indagine procede e la trama si infittisce, il Titanio si muove rapidamente attraverso l'Atlantico in direzione di New York. Ma c'è un luogo dove il cielo è nero e l'acqua tremendamente gelida: lì un gigantesco iceberg è pronto ad affrontare e sconfiggere la più grande sfida dell'uomo contro la potenza della Natura.
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Autore:
Traduttore:
Editore:
Collana:
Anno edizione:
2009
In commercio dal:
24 giugno 2009
Pagine:
248 p., Brossura
EAN:
9788895724560
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Lolly
27 luglio 2011
Pessimo apocrifo sherlockiano, denso di descrizioni della vita a bordo del Titanic e della nave (l'autore vuol farci sapere che si è documentato), ma l'indagine langue e le deduzioni di Holmes pure: tutto quello che costui fa è accorgersi di una cassetta alle sue spalle. Pollice verso per un libro scritto pure male, anche perché i metodi investigativi del famoso detective latitano alla grande e la trama stenta parecchio.
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Francesco Benzi
30 marzo 2011
Un apocrifo scritto con encomiabile classe, stile piano ma accurato, che non è poco di questi tempi; in sostanza di piacevole lettura e un riparo dalla letteratura poliziesca contemporanea, che chi non è assuefatto può trovare ansiogena. La storia è sì piuttosto ricca, ma i personaggi sono tratteggiati con gradevole aderenza agli stereotipi della scrittura di Conan Doyle e del giallo classico: quello che mi aspetto da un apocrifo in cui posso illudermi di ritrovare un prezioso inedito. Consigliabile per chi è in questo spirito di lettura.
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ferdinando
05 gennaio 2010
Troppa carne al fuoco (complotto anarchico o pseudo tale, spionaggio e contro-spionaggio), troppi morti ammazzati (ce ne sono più che in un'avventura di Tex Willer: ma quando mai, in una storia di Sherlock Holmes!), svarioni nella traduzione italiana ("forcipe" per pinza, "grosso scalpello" per bisturi: mica stiamo parlando delle avventure di Michelangelo!); il libro si salva parzialmente (ma solo perchè l'argomento 'affondamento del Titanic' mi piace e mi ha sempre intrigato; non so cosa possano pensarne altri) soprattutto perchè si parla in maniera documentata (con qualche licenza ammessa dallo stesso Autore) e ragionevolmente avvincente della nave e della sua fine.
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