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Anno edizione: 2018
Anno edizione: 2010
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Splendide poesie di un attore, definito per anni riduttivamente "comico", ma profondamente pensoso. Come dice lo stesso Caruso: "Chi non sa ridere non è una persona seria".
"IL SILENZIO DELL'ULTIMA NOTTE" Pino Caruso PROFONDITÀ DI PENSIERO ED INTROSPEZIONE SUL FILO DELLA NOTTE E DEL SILENZIO Capita che gli attori comici - con le loro battute e scene tendenti all'ilarità, all'ambiguità e addirittura alla volgarità - dimostrino superficialità e materialismo, con assenza d'introspezione e di problematiche. Ma non sempre è così: il siciliano Pino Caruso, ben noto al pubblico teatrale, cinematografico e televisivo di tutt'Italia, nel libro di liriche Il silenzio dell'ultima notte (Flaccovio, Palermo, 2009, pp. 148, Euro. 14) fin dal titolo rivela una profonda interiorità e pensosità. Egli ha già pubblicato altri libri, fra cui L'uomo comune che nel 2005 vinse il premio "Palma d'oro" al festival del libro di Bordighera (IM). Premesso che egli dichiara di scrivere «per il piacere / puro / di parlare anche / al mio futuro» (p. 30), l'autore nel libro in esame raccoglie una serie d'osservazioni e riflessioni relative alla natura (particolarmente al mare) e alla propria solitudine in un contesto esistenziale del quale stenta a capire meccanismi e finalità. La silloge si snoda sul filo della notte e del silenzio, parole - queste ultime - che partendo dalla copertina ritornano frequentemente all'interno, perché la notte col suo silenzio suscita vari pensieri, particolarmente quelli inerenti all'ultima notte, cioè alla fine della propria parabola, quando i pensieri stessi «scenderanno / nel mare / per dormire / con i pesci nel fondale» (p. 12). Perciò alcune liriche sono scritte in treni, alberghi e spiagge, specialmente di notte (la quale porta consiglio), quando chi come l'autore è più portato alla riflessione, magari osservando mare, cielo, nuvole e luna. In queste elucubrazioni più volte viene chiamato in causa Dio, al quale l'autore rimprovera d'"aver lasciato/a sé/ tutta la conoscenza" (p. 19), di nascondersi se c'è fingendo di mostrarsi (p. 20), magari preferendo l'uomo che crede in lui per precauzione (p. 21)
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