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Sillabe di seta. Testo inglese a fronte - Emily Dickinson - copertina
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Sillabe di seta. Testo inglese a fronte - Emily Dickinson - copertina
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Descrizione


Emily Dickinson (1830-1886) nacque e morì ad Amherst (Massachusetts), dove visse nella grande casa paterna, la Homestead, in reclusione volontaria dal 1866. Il "caso" Emily Dickinson deflagrò nel 1890, con la pubblicazione di un volumetto di poesie che ebbe un successo straordinario. È una poesia assertiva, lucida, dura, quella di Emily Dickinson, che inquieta e incanta il lettore. Ed è un personaggio fuori dal comune, quello di Emily Dickinson, che scelse una vita di solitudine e isolamento, non volle lasciare traccia pubblica di sé e tenne le proprie poesie nascoste nel cassettone della camera da letto, da dove furono recuperate solo dopo la sua morte. Fu uno spirito ribelle e determinato, capace di decidere a trent'anni di vestirsi solo di bianco e di chiudersi in casa, per tutta la vita. Di lei come persona si sa pochissimo, ma per lei parlano i suoi versi, enigmatici, scarni, che suscitano stupore e curiosità, ammirazione e inquietudine. Lettrice onnivora, assetata di conoscenza, austera e insieme sensuale, sapiente nel coniugare la cultura con una sensibilità ricca e complessa e con una limpida intelligenza, Emily Dickinson ci consegna una poesia modernissima, non smette di risvegliare domande e attenzione nei lettori.
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Informazioni dal venditore

Venditore:

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Dettagli

2004
Tascabile
XXVI-219 p., Brossura
9788807817939

Voce della critica

"Cercai di non perderla mai di vista", scrive Barbara Lanati nell'introduzione a Sillabe di seta, la sua nuova raccolta di poesie di Emily Dickinson (1830-1886), come farebbe non tanto il cacciatore con la sua preda quanto il corteggiatore con il suo oggetto d'amore. Spesso la letteratura, un autore, la sua opera e la sua vita sono capaci di stabilire un rapporto di questa natura con lo studioso. Per Barbara Lanati le tappe più importanti nel suo contributo alla fortuna italiana della solitaria poetessa del New England (Amherst, Massachusetts) sono cadenzate nel tempo: 1977, 1986 (poesie), 1991 (una scelta delle lettere), 1998 (L'alfabeto dell'estasi, la biografia).

Sillabe di seta raccoglie 140 composizioni fra le meno note, molte risalenti agli anni 1861-1863, il primo e più fertile e tormentato periodo creativo della poetessa che intrattiene attraverso "Sillabe di Velluto - / Frasi di Seta" (n. 334) un suo, apparentemente virtuale e privato (ma in realtà molto vigile), rapporto col mondo, proprio negli anni in cui negli Stati Uniti infuria la guerra civile.

Il pregio di questa raccolta è quello di aver scorporato, e reso con grazia e misura, altri piccoli "tesori" dal folto canone (circa 1775 poesie). Ne risulta generalmente - al di là del rispetto del timbro gnomico, il piglio impertinente ed eretico, il gusto per il prezioso, ineludibili per chiunque si provi a proporre una scelta - una trama che controlla gli estremi, le parabole scioccanti, le lucide visioni dell'indicibile per cui Emily ci è più familiare. Controlla, la trama intessuta in queste Sillabe, per poi sorprenderci ogni tanto con una di quelle epifanie che mozzano il fiato, per esempio: "Un Cervo Ferito - balza molto più in alto - / Così almeno racconta il Cacciatore - / È solo l'estasi della morte - / E poi la Selva è silenzio!" (n. 165).

Tuttavia, si alza da queste pagine soprattutto una voce che s'avventura nella scoperta di territori al di là delle pareti che quella stessa voce sente talora come la sua "prigione": unica compagnia, negli anni, parole di "zaffiro", libri e un vocabolario. Ed è questa una voce che viaggia, magari in mongolfiera (n. 1053), esplora paesaggi (persino l'Ovest, e si pensi alla più o meno coeva corsa al West), incontra il mare (straordinarie sono le "marine" qui raccolte), una voce che coltiva "passione per la vita", anche perché quest'ultima non pare poi meno misteriosa dell'altra condizione sua nemica. In nome della vita, e del suo agitarsi, del suo fluire, un "fiore Artico" (n. 180) attraverso latitudini si fa strada verso l'Eden, una farfalla raggiunge il mare (n. 354), un brigantino il suo "mistico ormeggio" (n. 52): mistici/erotici altrove, "isole incantate", "terre di fiaba", alternative nostrane all'ipotetico paradiso del Dio calvinista: "Perché", dice Emily, "quella del Cielo è un'altra storia, / Lo immagini, poi - lì - il Risveglio - / E quella potrebbe essere la mia Fine!" (n. 172). Dalle sue poesie Emily non dovrà temere il "risveglio".

L'inafferrabile, enigmatica eppure così comprensibile Emily Dickinson non finirà mai di stupire i suoi (e generazioni di) lettori. Qualcuno, come Barbara Lanati, ha conquistato il privilegio di bussare alla sua porta per portarla ancora una volta qui, in Italia, fra Vesuvi e Venezie, fra i suoi paesaggi più vagheggiati.

C. Ricciardi insegna lingue e letterature angloamericane all'Università di Roma Tre

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Conosci l'autore

Emily Dickinson

1830, Amherst (Massachusetts)

Emily Dickinson  nacque il 10 dicembre 1830 da una famiglia molto in vista di Amherst, nel Massachusetts, dove trascorse l’intera esistenza, confinandosi, negli ultimi anni, nella propria stanza, in un isolamento volontario, a un tempo eversivo e difensivo della sua ininterrotta sperimentazione poetica. Uniche uscite nel «mondo» un viaggio a Washington nel 1855 (quando con la sorella Lavinia si recò a far visita al padre Edward, deputato al Congresso), e brevi soggiorni a Filadelfia, a Boston e a Cambridge.I suoi studi non furono regolari: frequentò prima l’Accademia di Amherst e poi, nel 1847-48, il seminario femminile di Mount Holyoke (South Hadley), che abbandonò dopo aver compiuto il suo primo gesto eretico: il rifiuto a professarsi pubblicamente...

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