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Anno edizione: 2002
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Tre CD che inquadrano la leggenda dei rolling stones nel periodo Decca, la loro trasformazione da talentuosi giovani che amavano il blues in quel fenomeno inarrestabile autodefinitosi "la più grande r'n'r band del mondo". Non ho mai amato particolarmente le raccolte perché spesso le motivazioni sono puramente commerciali e spesso a fianco dei brani migliori degli artisti ne vengono aggiunti altri che meritavano di rimanere nell'oblio con la scusa di non meglio motivate motivazioni di recupero filologico o altro. Personalmente ho comprato nell'ordine "Honk" e, poco convinto, questa "London Years" (avevo già una raccolta della Decca su un doppio LP di oltre 35 anni fa che si approcciava soprattutto sul periodo psichedelico) perché, volendo fare una sintesi di qualità e praticità della loro sterminata carriera, continuare a togliere e mettere i vinili sul piatto diventava faticoso. Dopo aver "digerito" e lodato "Honk" sono passato al prodotto apparentemente per me meno seducente. Errore, errore. Oltre agli straconosciuti classici, ci sono delle B-side che non conoscevo o che non ascoltavo da anni e che, credetemi, fanno di questa raccolta dei "soldini" ben spesi. Tra l'altro il remixaggio ha effettuato una pulizia del suono non male su lavori così datati. Non faccio torto a nessuno (popolo del blues, dello psichedelico e del r'n'r) e non pecco di superbia citando un brano piuttosto che un altro (oltre che sicuramente banale) - i Rolling Stones sono un qualcosa di assolutamente trasversale, un fenomeno che dura da circa 60 anni, e che speriamo, ci tenga compagnia ancora per tanto tempo, tra acciacchi e amnesie sul palco, cosa che ce li fa sentire assolutamente "nostri". Confermo uno strong buy sul prodotto, lasciate perdere tutti i cantanti plasticati e perfettini: questi sono sporchi e fallibili come noi (anche se considerevolmente più ricchi, ma questo non mi pare che sia piú molto importante per Keith e company, a vedere i video che circolano sul loro canale).
Recensioni
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