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La sinistra di destra. Dove si mostra che liberisti, sovranisti e populisti ci portano dall'altra parte
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La sinistra di destra. Dove si mostra che liberisti, sovranisti e populisti ci portano dall'altra parte - Mauro Vanetti - copertina
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sinistra di destra. Dove si mostra che liberisti, sovranisti e populisti ci portano dall'altra parte

Descrizione


Uno zombie si aggira per l'Europa: è la sinistra di destra. Mostro bicefalo i cui due volti sono il sovranismo e il liberismo, è tenuto artificiosamente in vita dalla crisi delle sinistre radicali. Un morto-che-cammina sinistrofago che succhia i cervelli delle persone, svuotandone la testa da ogni idea di riscatto sociale e solidarietà internazionale per riempirla con una sostanza gelatinosa formata, in dosi variabili, da populismo, classismo, razzismo, sessismo e nazionalismo. I sovranisti di sinistra sostengono che per uscire dalla crisi sarebbe necessario un ripiegamento all'interno dei propri confini, un ritorno alle idee di nazione e patria; rivendicano a parole Marx, Keynes e la sovranità popolare contro l'Unione europea ma propagandano xenofobia e negano la divisione in classi della società riducendola a un indistinto "popolo". Nel frattempo il centrosinistra, che ormai ha completato il giro tanto da ritrovarsi direttamente a destra e ripartire dal via, sostiene che l'unica difesa dal nazionalismo sia l'europeismo liberista, che non fa che tutelare gli interessi dell'establishment e lo status quo succhiando il sangue della working class. Mauro Vanetti, rodato ammazzavampiri e Van Helsing del terzo millennio, col paletto di frassino di una pungente ironia e usando in modo rigoroso l'analisi marxista, fa fuori a una a una tutte queste posizioni, ristabilendo dei confini netti tra le parti, separando ciò che era tenuto forzatamente unito, e dimostrando che non è possibile prendere robe a caso e dire: «ma di sinistra, eh».
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Dettagli

2019
13 giugno 2019
239 p., Brossura
9788832067057

Voce della critica

La difficoltà di immaginare un’alternativa politica
di G.B. Zorzoli

Singolare saggio, quello di Mauro Vanetti. A partire dal titolo – “La sinistra di destra” – ma ancor più dal sottotitolo: «dove si mostra che liberisti, sovranisti e populisti ci portano dall’altra parte».

Per Vanetti la sinistra di destra «è keynesiana, quindi ha una visione positiva del debito pubblico, che vuole soltan­to continuare ad accumulare in maniera pacifica; è sovranista, quindi vede le rivendicazioni sociali subordinate alla priorità della sovranità monetaria, invece che viceversa», per cui gli è tutto sommato facile ironizzare su personaggi come Bagnai e Borghi o fare a pezzi un giullare televisivo qual è Diego Fusaro (è come sparare sulla Croce Rossa), mentre deve ricorrere a rischiose acrobazie dialettiche per inserire nel mazzo, sotto l’etichetta di “populisti di sinistra”, Podemos, La France Insoumise, il portoghese Bloco de Esquerda e i danesi di Enhedslisten. I quali, secondo Vanetti, prendono le distanze dall’altreuropeismo zombie, di cui Tsipras è stato anche il simbolo, dove altreuropeismo, «è la credenza supersti­ziosa nella possibilità di avere un’altra Unione europea, amica dei lavoratori e nemica del profitto e della rendita finanziaria», per di più zombie perché, «pur avendo questa posizione esaurito i suoi margini di vita obiettivi, si trascina in un’esistenza insulsa ripe­tendo poche frasi sconnesse; a differenza degli zombie ordinari». Tuttavia, con la «cosiddetta dichiarazione di Lisbona (Adesso, il popolo)» si schierano per la “rivoluzione democratica” o “ri­voluzione cittadina”, quindi per il populismo di sinistra.

Per duecento e passa pagine Vanetti procede su questa falsariga, mescolando con disinvoltura in un unico minestrone populismo di destra e di sinistra, sovranisti ed europeisti, ma anche posizioni forzosamente ricondotte sotto queste etichette. Lo fa utilizzando lo strumento tipico del catechismo marxista, a colpi di citazioni di Marx (talvolta di Engels e di Lenin), avulse dal loro contesto. Le poche volte che non si appoggia a loro, ricorre ad affermazioni tanto perentorie quanto indecifrabili: «Una rivoluzione mondiale simultanea è inve­rosimile, però può esserci una ricerca attiva dell’innesco di un effetto domino internazionale.»

Recensione completa su Alfabeta2

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