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Sistemi di logica deduttiva e induttiva - John Stuart Mill - copertina
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Sistemi di logica deduttiva e induttiva - John Stuart Mill - copertina
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1996
1 febbraio 1988
2 voll., 1276 p., ill.
9788802041513

Voce della critica


recensione di Mugnai, M., L'Indice 1988, n. 9

Del "Sistema di logica" di John Stuart Mill esiste da tempo una traduzione (Ubaldini, Roma 1968), tuttavia è soltanto con questa nuova versione che il lettore italiano dispone di un testo fedele all'originale e ben curato nelle note. Mill compose il "Sistema" in un ampio arco di tempo, circa quindici anni, dedicandosi 'per intervalla' - tra i molteplici impegni di un'intensa attività pubblicistica - alla stesura dell'opera, fino alla pubblicazione, avvenuta nella primavera del 1843. Nell'"Autobiografia", Mill rievoca la sorpresa con la quale assisté al successo che, fin dall'inizio, accompagn• il "Sistema": "... non ci si poteva aspettare che sarebbe divenuto popolare un trattato su una materia così astratta. Poteva essere soltanto un libro per studiosi... Non mi aspettavo pertanto che il libro avrebbe avuto molti lettori o ammiratori e mi attendevo uno scarso effetto pratico dalla sua pubblicazione... " ("Autobiografia", Bari, Laterza, 1976, p. 175). Vivente l'autore, il "Sistema" ebbe ben otto edizioni - un numero considerevole, tenuto conto della mole del libro; venne inoltre tradotto in tedesco e francese. Dalla seconda metà dell'Ottocento fino ai primi decenni del Novecento il Sistema di logica fu letto e discusso da filosofi e scienziati e venne utilizzato - talvolta anche con palesi forzature - per dar corpo a un'immagine della scienza e, soprattutto, del metodo scientifico, che penetrò in profondità nella cultura del tempo e che ancora oggi non può dirsi del tutto scomparsa.
Come ogni grande classico, anche il "Sistema" si presta a esser letto da una pluralità di punti di vista. In primo luogo, soprattutto in ragione del titolo, viene spontaneo considerarlo un'opera di logica, intesa come teoria dell'inferenza in generale. Sotto tale riguardo, bisogna osservare che Mill identifica pressoché totalmente la logica deduttiva con la tradizionale teoria del sillogismo; e che rimane completamente estraneo ai nuovi sviluppi impressi alla disciplina da George Boole con la pubblicazione di "L'analisi matematica della logica" (1847). Nei primi due libri dell'opera, Mill rielabora talvolta in modo originale (si veda, per esempio, il secondo capitolo - soprattutto i paragrafi dedicati alla "connotazione" e alla "denotazione" dei nomi) un ricco materiale che già preesisteva nei manuali di logica della scolastica e della tarda scolastica. Qui il punto di maggiore interesse è costituito dal tentativo di trovare una connessione tra momento deduttivo e procedimento induttivo in modo che il procedimento induttivo costituisca il fondamento, o meglio: la legittimazione, del primo.
Mill fa dell'induzione il punto centrale dei procedimenti logici e del metodo scientifico; e la parte più consistente del libro è dedicata appunto all'analisi e quindi alla descrizione dell'inferenza induttiva. Quest'ultima trova a sua volta fondamento in princìpi che - eccetto in un caso - non hanno carattere propriamente logico (principio di uniformità della natura; principio di causazione universale, induzione per enumerazione semplice) e che stanno in un rapporto stretto con l'esperienza. Nell'ambito della letteratura critica, si è soliti affermare che Mill cade qui in un circolo vizioso, in quanto, per giustificare l'induzione, finisce per chiamare in causa procedimenti e princìpi che abbisognano essi stessi di giustificazione. Con ogni probabilità, un simile giudizio, assurto ormai a luogo comune storiografico, è vero; tuttavia, a leggere le pagine del "Sistema" dedicate alla natura del ragionamento induttivo (parte III e IV), si ha la sensazione che quel giudizio semplifichi, forse in maniera eccessiva, la complessità del pensiero di John Stuart Mill. Così, a proposito dei rapporti tra sillogismo e induzione, non è da escludere che una riconsiderazione e un'analisi condotta "ex novo" del problema non possa fornire risultati di qualche interesse e novità, rispetto all'interpretazione tradizionale.
Avverte giustamente Franco Restaino nell'"Introduzione" che sarebbe tuttavia fuorviante considerare il "Sistema" esclusivamente come un testo di logica, sia pure di logica tradizionale. Il "Sistema" può essere considerato piuttosto un testo di "filosofia della scienza" (e quindi semmai di filosofia della logica). Questa prospettiva non solo è chiaramente enunciata da Mill sia nel Sistema sia nell'"Autobiografia" ma fu subito recepita dai contemporanei. Louis Peisse per esempio il traduttore del libro in lingua francese afferma nell'"Avvertenza" preposta al primo volume che il "Sistema di logica" "... può esser considerato in effetti come lo sforzo più considerevole e sotto certi aspetti il più felice dello spirito scientifico moderno per emanare infine quel nuovo codice quel "Novum organon" del pensiero e della scienza che Bacone aveva progettato e appena abbozzato tre secoli fa". Nel "dettare il nuovo codice del pensiero e della scienza" Mill aveva perseguito del resto un intento fondamentale (richiamato anch'esso con forza da Restaino): mostrare come in ultima analisi anche le conoscenze scientifiche più astratte trovino nell'esperienza la propria origine. Nel suo empirismo radicale Mill vuol ricondurre gli stessi concetti e giudizi matematici a una base empirica: il fatto che Gottlob Frege nei "Fondamenti dell'Aritmetica"(1884) abbia dedicato ampio spazio alla confutazione delle posizioni di Mill è un ulteriore riprova della circolazione del "Sistema" e della sua importanza nell'ambito della cultura occidentale di fine Ottocento.
L'assunto programmatico anti-idealistico e anzi-spiritualistico dell'opera milliana venne incontro a coloro che all'epoca desideravano disporre di una filosofia che cercasse di armonizzarsi con lo "spirito scientifico moderno" e che in ultima analisi riconducesse a una medesima logica i criteri di scientificità sia per le scienze naturali sia per quelle "morali". Gli avversari delle posizioni contenute nel Sistema si applicarono invece fin dall'inizio a mettere in risalto le debolezze della teoria milliana dell'induzione e a sottolineare la radicale differenza ontologica che separa le scienze della natura dalle cosiddette "scienze dello spirito".
Notevole fu l'influenza del "Sistema" in Germania. Il grande Justus von Liebig aveva richiamato l'attenzione sull'opera di Mill già nei primissimi anni successivi alla pubblicazione dell'originale. E nella Prefazione alla traduzione in lingua tedesca a cura di J. Schiel (1849) viene riportato un giudizio estremamente lusinghiero dello stesso Liebig che dichiara di essere in debito per certe elaborazioni concettuali nei confronti del "Sistema". Gli avversari dell'impostazione filosofica propugnata da Mill misero in evidenza soprattutto in Germania il carattere pre-kantiano e per così dire settecentesco della nozione di esperienza che ricorre nel "Sistema". Mill venne cosi accusato di aderire a una forma antiquata di sensismo. Tuttavia proprio la particolare forma di associazionismo che compare nel "Sistema" ne consentirà una feconda utilizzazione da parte di studiosi di psicologia (fra tutti basterà ricordare Wundt). Ciò dovrebbe dare un'idea del complesso intreccio e della "multilaterale" influenza - talvolta implicita o mediata e perciò difficile da determinare - esercitata da quest'opera sul pensiero filosofico e scientifico della fine del secolo scorso e degli inizi del Novecento.
È senz'altro riduttivo comunque consigliare la lettura di un testo richiamandosi esclusivamente ai suoi meriti passati. Certo il problema dell'induzione è impostato attualmente in modo diverso rispetto alla prospettiva proposta da Mill: l'induzione è ormai associata strettamente alla probabilità. Il problema dei fondamenti del metodo induttivo è tuttavia ancora aperto e rimane questione estremamente difficile e delicata. Una lettura del "Sistema" sgombra da pregiudizi può senz'altro essere utile in quanto consente di recuperare in tutta la sua complessità una soluzione "classica" del problema dell'induzione. Il Sistema inoltre come si è visto è improntato al più radicale e conseguente empirismo. Insisterei pertanto sulla lettura "sgombra da pregiudizi": troppo spesso infatti anche nel dibattito contemporaneo sulla filosofia della scienza e soprattutto nella discussione intorno al concetto di empirismo si è soliti fornire una rappresentazione di comodo riduttiva della filosofia di Mill. Rileggere il Sistema con la disposizione d'animo richiesta dalla lettura di un grande classico quale è di fatto può riservare sorprese interessanti - in ogni caso può contribuire ad abbattere qualche pregiudizio.

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John Stuart Mill

1806, Londra

John Stuart Mill è stato un filosofo ed economista inglese. Con la sua riflessione sulla libertà, è considerato un faro per il pensiero politico di ogni tempo. Figlio primogenito di James, che ne curò personalmente l'educazione, fu introdotto dal padre, in giovane età, nell'ambiente dei filosofi radicali. Frequentò specialmente J. Bentham e studiò gli scritti di A. Smith e D. Ricardo. All'età di diciassette anni si impiegò nella Compagnia delle Indie Orientali (1823). Dal 1826 al 1828 attraversò una crisi spirituale che, come spiega nella sua Autobiography (1873), lo avvicinò alla cultura romantica e lo spinse a rifiutare alcune semplificazioni intellettualistiche rintracciabili nell'ambiente culturale in cui...

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