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Slow journalism. Chi ha ucciso il giornalismo?
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Slow journalism. Chi ha ucciso il giornalismo? - Daniele Nalbone,Alberto Puliafito - copertina
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Slow journalism. Chi ha ucciso il giornalismo?

Descrizione


Quale è stato il momento in cui si è spezzato il rapporto di fiducia fra i cittadini e i media? Come sono fatti i contratti giornalistici? Quanto viene pagato un giornalista oggi? E per fare cosa?

Uno dei problemi dell’informazione oggi è l’ossessione per la quantità e per la velocità, la convinzione che il giornalismo debba competere con i social. Un altro modello di business: tanta attenzione per gli inserzionisti pubblicitari, poca per i lettori. Il mantra del “fare tanti click sul sito”, la monetizzazione a ogni costo con la pubblicità, la convinzione che nessuno sia disposto a pagare per il giornalismo digitale hanno contribuito a erodere gli spazi di crescita. A partire da queste considerazioni e guardando, fra l’altro, alla lezione del professor Peter Laufer, autore di Slow News – Manifesto per un consumo critico dell’informazione, e a esperienze locali, nazionali e internazionali, questo libro fa un tentativo: quello di andare oltre la semplice critica. Slow Journalism cerca di proporre soluzioni. Daniele Nalbone e Alberto Puliafito hanno una lunga esperienza nel giornalismo tradizionale e soprattutto in quello digitale, condividono una visione del mestiere – e forse anche del modo in cui ci si dovrebbe approcciare al lavoro e alla vita – che li ha portati a indagare su questo tema. Un libro cruciale sia per gli addetti ai lavori sia – soprattutto – per i lettori.

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Dettagli

2019
28 marzo 2019
246 p., Brossura
9788860445971

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Alessio
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Cos'è diventato il giornalismo al giorno d'oggi? È solo colpa dell'avvento di internet? Oppure le colpe vanno equamente distribuite tra i nuovi e i vecchi mass media e i loro fruitori che ad oggi tramite i social condividono un sacco di nuove notizie sui loro profili? (Spesso senza verificare la veridicità delle fonti, tra l'altro) Il saggio di Daniele Nalbone e Alberto Puliafito fa un'analisi critica lucida e chiara (non si tratta affatto di un testo per soli addetti ai lavori) sulla situazione attuale dell'informazione, che si trova a un crocevia per il proprio futuro. Pone accenti su tante tematiche, dai freelance sottopagati a pochi spiccioli al pezzo al fenomeno delle fake news analizzando poi l'andamento del mercato con l'avvento della rete e di come l'essere totalmente naive a questo meraviglioso (e potenzialmente pericoloso) mezzo di comunicazione abbia fatto abbassare la qualità della notizia, per lo più gratuita, in funzione del titolo da clicbait e dei banner pubblicitario che sovvenziona la testata. Tocca fare un repulisti di cattive norme di condivisione delle notizie nonché un nuovo approccio al mezzo di diffusione delle notizie, ripartendo, come da titolo, dallo "Slow Journalism". C'è ancora futuro per la corretta l'informazione, e l'impegno deve venire da tutti!

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Gennaro
Recensioni: 5/5

Un saggio davvero interessante che si propone di indagare le cause che hanno portato alla grave situazione odierna della stampa italiana e, soprattutto, di proporre delle soluzioni concrete. Edizione molto curata che fa riferimento a tante testate e riporta molti esempi. Utile per chi crede ancora nel mondo dell'informazione, ma riconosce che ci sia bisogno di un approccio diverso.

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Conosci l'autore

Daniele Nalbone

Daniele Nalbone ama il giornalismo. Nasce professionalmente nella redazione di Liberazione dove lavora sei anni. Poi il passaggio al mondo del web. È tra i fondatori della cooperativa editoriale ilsalto.net e collabora con diverse testate nazionali, sia nel ruolo di giornalista vero e proprio che in quello di “consulente editoriale”. È inoltre autore di diversi libri di inchiesta e ha coordinato per Rx Castelvecchi la collana Chi comanda, serie di cinque libri di inchiesta sui sistemi di potere a Roma, Milano, Napoli, Torino e Firenze. 

Alberto Puliafito

Alberto Puliafito, dopo aver lavorato per anni nel giornalismo digitale e averne toccato con mano i lati positivi e quelli più oscuri, ha fondato e dirige una testata che si chiama Slow News. Si occupa di contenuti online e offline da sempre. Ha diretto documentari, cortometraggi, videoclip e programmi televisivi. Si occupa di digitale, di formazione e di comunicazione. Con Fulvio Nebbia e IK Produzioni e con i soci di Slow News sta lavorando da due anni a Slow News – A documentary, un documentario internazionale su alcuni dei temi trattati nel libro. 

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