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Anno edizione: 2021
Anno edizione: 2021
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Come possiamo spiegare ai nostri figli un mondo che vuole autodistruggersi? Il nuovo romanzo di Richard Powers è la storia del feroce amore di un padre e di un figlio, che lottano per salvare se stessi su un pianeta di cui, forse, abbiamo perso il controllo.
«Un romanzo straordinario» – The New York Times Book Review
«Uno dei più grandi scrittori americani viventi». - Oprah Winfrey
La vita del giovane astrobiologo Theodore Byrne è divisa tra due grandi amori. Il cosmo, che scandaglia in cerca di vita su pianeti lontani decine di anni luce, e il figlio Robin, che Theodore cresce da solo dopo la morte della moglie, un'attivista ambientale. Robin ha nove anni, è un bambino "diverso" anche se nessun medico è arrivato a una diagnosi risolutiva. Ha un animo sensibile, progetta di disegnare tutti gli animali in via d'estinzione ma a scuola è nei guai dopo aver aggredito un compagno. Theodore si rifiuta di tenere a bada con i farmaci le intemperanze di Robin, così si affida a una terapia emotiva sperimentale, che stimola il ragazzo con le registrazioni dell'attività cerebrale della madre. I risultati sono stupefacenti: Robin ritrova l'entusiasmo e inizia a sostenere in prima persona, incoraggiato da Theodore, la causa ambientalista, diventando una celebrità fino a quando la politica mette in discussione la loro felicità.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Delicatamente distopico. Bello ma non bellissimo
Un padre astrologo, che ha vissuto il dramma della scomparsa della moglie, rimasto solo con un bambino con gravissimi problemi comportamentali, per una serie di vicissitudini ha la possibilità di provare a far migliorare la condizione psichica del figlio, attraverso una terapia sperimentale non riconosciuta, che si basa sull'instaurare, nella mente del piccolo, memorie, ricordi e registri da altre menti offertesi volontarie, tra cui quella della stessa defunta madre del bambino. Tra digressioni ecologiste (tema sempre fondamentale nei lavori di Powers, che qui le propone attraverso la figura del piccolo Robin e le sue ingenue battaglie), lunghi e pesanti riferimenti astrologici (nel declinarli attraverso i continui dialoghi e le domande del bambino al padre), il romanzo quando sembra decollare schianta clamorosamente, risultando, ad una analisi completa e coerente, assolutamente scoordinato, lento, pachidermico in alcuni tratti, con personaggi che,rimanendo in tema, non brillano assolutamente di luce propria ma sembrano assolutamente costruiti, artefatti, funzionali solo alle esigenze di struttura di Powers. Un romanzo del quale, alla fine, non se ne capisce bene il senso, un lavoro scritto sicuramente in maniera imponente, con la grande cultura e le conoscenze tecniche dell'autore funzionali alla storia, ma che non lascia assolutamente nulla.
Abituato alle complesse architetture narrative di Powers, ho trovato spiazzante l’apparente semplicità di questo romanzo. Tutto ruota intorno a due personaggi e ai loro dialoghi, articolati in brevi capitoli, ma spunti e temi si moltiplicano e indagano con efficacia la complessità del presente. Powers resta uno dei pochi autori in grado di far convivere competenza scientifica e afflato umanista. L’esplorazione dello spazio interiore (legato ai ricordi, all’elaborazione del lutto, alle sfumature di un legame padre figlio che necessita amore e fiducia) si accompagna allo sguardo gettato verso le stelle in cerca di segni di vita su altri pianeti, a ribadire che la definizione di sé dipende dalla presenza/assenza di un altro con cui confrontarsi. Il nostro mondo pare avviato verso un antropocentrismo solitario ed egotico, incapace (anche per i demeriti della politica) di avvertire i segni di un collasso ambientale che si manifesta con la progressiva estinzione delle specie animali. Nel giro di poche pagine si passa dall’astrobiologia alle neuroscienze alla crisi del sistema rappresentativo americano, senza trascurare appassionate immersioni nelle meraviglie della natura. ‘Smarrimento’ è un lavoro pregevole che va oltre le mode ecologiste, pur senza raggiungere Io splendore stilistico de ‘Il tempo di una canzone’ o della prima parte de ‘Il sussurro del mondo’.
Recensioni
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