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Nata a Berlino nel 1913, morta a Basilea nel 1985, Meret Oppenheim fu una personalità complessa, capace di servirsi delle tecniche artistiche più varie: dal disegno, alla pittura, alla scultura, per arrivare al design e alla moda. Venuta in contatto negli anni 30, a Parigi, con i grandi maestri del surrealismo (Arp, Giacometti, Breton, ManRay, Duchamp e Max Ernst - cui fu legata anche sentimentalmente), ne fu profondamente influenzata, fino a produrre alcune delle sue opere più famose, come "Colazione in pelliccia" e "La mia governante". In seguito, la sua ispirazione, sempre aperta alla visione, al mito, all'ironia, conobbe un lungo periodo di crisi e ripensamento, da cui Meret usci' trasferendosi in Svizzera, sposando Wolfang La Roche e dedicandosi soprattutto a disegnare gioielli e vestiti, oggetti d'arredamento, costumi a ambientazioni teatrali.La casa editrice Empiria dedica a quest'artista un volume ("Sogni", Appunti 1928-1935) che raccoglie appunto la trascrizione dei sogni più importanti e significativi avuti nell'arco di un cinquantennio: una sorta di diario dell'inconscio, talvolta arricchito da rapidi schizzi esplicativi, intento essenzialmente - al di là di qualsiasi artificio letterario- a scandagliare le emozioni e le ossessioni dell' io nel suo rapporto con la memoria, con il futuro, con il mondo esterno. I sogni vengono descritti con sobrietà e quasi con interesse scientifico, senza alcun compiacimento intellettualistico. Meret sembra raccontarli in primo luogo a se stessa, con una sorta di curiosità ironica e autoironica. Anche a una prima, non approfondita lettura, risulta evidente che i sogni del primo decennio sono più caotici e angosciati, con frequenti atmosfere da incubo (spirali, serpenti, corvi, traasformazioni alchemiche, ossa,corpi scuoiati, violenze, sensi di colpa).Si legga, ad esempio, un sogno del dicembre 1935:"Una valle molto triste e grigia: pendii pietrosi. In basso strade di cemento, scavate nel pendio, come le serre di una floricoltura. Da questo spuntano come fiori mani di s
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