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coinvolgente e travolgente come Fante sa fare...............
Libro bellissimo, dettato da Fante alla moglie Joyce quando era a letto nell'ultimo periodo della sua vita. Si assaporano i sogni di un giovane italo-americano all'inizio della sua avventura a Los Angeles. Come sempre con Fante ci si commuove e si ci si diverte. Lo consiglio vivamente.
Cosa si diventa a Hollywood? Il divino Scott Fitzgerald diceva: "Uno degli oscuri milioni di uomini che viaggiano su neri autobus verso l'ignoto". Questa è l'esperienza racchiusa nel romanzo di Fante, il mondo del vizio ozioso e del fatuo esaltatissimo, successo e miraggio insieme quando, a un certo punto, l'autore tocca questa condizione nel suo essere pagato per non fare niente: "Avvertì il mio dolore, il limite del mondo, la solitudine di chi è lontano". I soldi non saziano un'ambizione sentita davvero, il senso di verità di Arturo va oltre i comodi recinti di agiatezza offerti da quel teatro umano, scende nell'anima e grida la sua forza davanti a mestieranti mediocri, registi trafficoni e sceneggiatori bugiardi. Pagherà anche questo tratto di strada, ma non importa. Scintille e lustrini, nomi altisonanti e stupendi incontri, mentre Bandini "vagava come un uccello in cerca di briciole". Ancora gli urti della solitudine come rintocchi della propria natura, finché, perso sul da farsi, torna nel Colorado dalla sua unica fonte di verità umana, la famiglia. L'incontro col padre per strada, casualmente, appena giunto, toglie il respiro. Arturo è senza cappotto, il padre gli dà il suo: "Aveva il calore del suo corpo, era una parte integrante della mia vita, come una sedia vecchia o una forchetta consumata, o lo scialle di mia madre, le cose della mia vita, le preziose cose senza prezzo che mi erano care". Non durerà nemmeno quel momento, una realtà mai stabile e pacificata lo avvolge nelle sue spire, inquieta matrigna. Tornerà a Los Angeles "con due valigie e 17 dollari" e scoprirà di nuovo un lutto grave nella sua esperienza sensibile. L'invocazione finale alla musa è commovente: "Per favore Dio, per favore Knut Hamsun, non abbandonatemi adesso". Si attraversa così questa saga in quattro stanze, con l'animo di chi perde per conoscere e per conoscersi, con la poesia di un gigante della letteratura che fascia e protegge il cuore e incanta la memoria. Sublime!
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