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Ero curioso di leggere qualcosa di McEwan e questo libro sedimentava nella mia libreria da qualche tempo,quindi era giusto leggerlo.. Libro bello,senza dubbio,pieno di momenti e situazioni grottesche e ciniche e con un personaggio amabilmente odioso... Ne consiglio la lettura anche se in alcuni momenti l'ho trovato un pochino "pretenzioso" nella prosa. Ma assolutamente la fama che precede l'autore e' giustificata dalla scrittura di altissimo livello..
Romanzo molto deludente. Prima parte carina e coinvolgente anche se già si intravede una scarsa empatia con il protagonista. Seconda parte da leggere il più in fretta possibile per passare ad altro.
Sulla maestria di scrittura di McEwan non si discute e qui si esprime anche con un incredibile coinvolgimento nell'affrontare il mondo scientifico del protagonista attraverso digressioni e descrizioni. La storia coinvolge da subito portando il lettore a cambiare spesso punto di vista sul protagonista in certi momenti turpe e odioso, in altri quasi vittima da compatire. Il progetto che il protagonista, Michael Beard, persegue affascina in questi tempi in cui sempre di più la nostra sensibilità sui cambiamenti climatici, la fine delle risorse del pianeta e la riconversione delle nostre fonti di energia è acuita. Il libro ci lascia interrogare anche sul perché non siamo così coraggiosi nell'affrontare una sfida tecnologica verde alla nostra portata.
Recensioni
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Michael Beard è un Premio Nobel per la Fisica. È al suo quinto matrimonio, oltre la soglia dei cinquant’anni, ed è un fedifrago inguaribile. È basso, sovrappeso, goloso e lussurioso, e sembra aver esaurito negli anni tutta quella genialità e autorevolezza che lo aveva fatto affermare nel suo ambito. Totalmente concentrato su se stesso e sui suoi bisogni, Beard è un uomo a cui non affideresti nemmeno la responsabilità di fare la raccolta differenziata. Eppure gli viene affidata la direzione del Centro nazionale per le energie rinnovabili, in onore ai suoi meriti passati.
Quando il suo quinto matrimonio con Patrice, una donna molto più giovane di lui e ancora bellissima, si avvia al collasso, Beard accetterà un invito per partecipare a una spedizione al Polo Nord. Lo fa, non certo per “constatare di persona gli effetti del riscaldamento globale”, ma sperando di stabilire una distanza con gli eventi che di recente hanno sconvolto la sua vita privata. Ma nemmeno qui troverà pace, e sarà coinvolto in avventure al limite del ridicolo, tra fughe da orsi polari affamati e peni congelati durante una minzione nella neve a diversi gradi sottozero. Tornato a casa, troverà un giovane scienziato del suo dipartimento, Tom Aldous, uno che ingenuamente crede nella speranza che si possa salvare il mondo, sdraiato sul divano di casa sua, nudo, con addosso la sua vestaglia.
Eppure il progetto del giovane non è poi così campato in aria e potrebbe essere un valido punto di partenza per risolvere il problema del fabbisogno energetico del pianeta. Nell’insuperabile costruzione narrativa di McEwan, che passa dalla tragedia, alla commedia, alla farsa con magistrale abilità, la storia prenderà una piega inaspettata e il fascicolo di Aldous permetterà il riscatto di Beard agli occhi della comunità scientifica. Accerchiato dalle donne, da un avvocato, da un criminale ex amante della moglie, dalle stesse cellule del suo corpo coalizzate per la catastrofe fisica imminente, vittima di una cospirazione universale per impedirgli di realizzare il suo genio e fare del bene al mondo, Beard finirà in Messico a studiare il progetto di fotosintesi artificiale.
Diviso in tre parti e corredato di un’appendice, Solar segue la vita del protagonista dal 2000 al 2009 e in questo cammino si fa eccellente affresco dell’egoismo e dell’individualismo feroce che caratterizza la nostra società e l’essere umano in generale. Una visione pessimistica e cinica, quella di McEwan, del consorzio umano, che non trova certo redenzione nell’ironia attraverso cui tutta la vicenda è trattata. C’è una metafora esemplare con cui McEwan sembra riassumere l’atteggiamento umano di fronte al problema ecologico e climatico del pianeta. L’uomo si muove nel mondo come nello spogliatoio del campo base artico, obbedendo all’avidità e all’interesse personale, senza preoccuparsi degli altri e del mondo naturale che lo ospita. Così spariscono pezzi di abbigliamento, l’attrezzatura viene accatastata disordinatamente, e uscire vuol dire rubare qualcosa che apparteneva ad altri. L’accumulo di entropia nello spogliatoio equivale allo svolgersi del disastro climatico che vediamo aggravarsi ogni giorno e osserviamo senza eccessivi scrupoli morali. E come pensavano, quegli scienziati tanto fiduciosi nei progressi della scienza e dell'uomo quanto irrispettosi e irresponsabili dei beni loro concessi, di riuscire a salvare un pianeta tanto più vasto dello spogliatoio?
Solar è anche un’acuta riflessione sul ruolo dell’arte nella nostra società, al di là della questione del problema ecologico e del cambiamento climatico. È solo una ipotesi stravagante, quella che pensa l’arte nelle sue forme più nobili come capace di sollevare questioni scientifiche di così grande importanza per il futuro del pianeta e dell’umanità, di analizzarle e rivelarne tutto l’orrore e la minaccia? Può l’arte, e la letteratura nello specifico, indurre il pubblico a riflettere e a reagire? Forse l’estraneità all’idealismo di Beard corrisponde a quella di McEwan? Chissà se l'autoconsapevolezza può bastare. Forse sarebbe meglio non affidare nulla alla scienza, all'arte o all'idealismo, e riporre la speranza nella legge.
Se non abbiamo una risposta esaustiva per simili domande, possiamo di certo affermare che solo l’arte sa ritrarre così minuziosamente e sinceramente l’indole umana, nei suoi aspetti più reconditi, mettendo in luce tutti i suoi difetti.
Punto di forza di Solar è proprio l'ironia satirica attraverso cui è costruito. Non a caso, con questo romanzo McEwan si è aggiudicato il Premio intitolato all'autore comico britannico P. G. Wodehouse. Fin dalla partenza in sordina incentrata sui progressi scientifici nello studio di energie alternative, che rivela una accurata documentazione sull'argomento, il romanzo riassume i connotati tipici della prosa di McEwan, in particolare la lingua misurata, accurata e tagliente come una lama. Non stupisca, dunque, l'ironia messa in campo in maniera più vistosa che in precedenza, soprattutto in rapporto all'odio dichiarato dall'autore per i romanzi comici. La comicità non è in nessun momento il fine di McEwan, eppure saper ridere di se stessi e della propria imperfezione è forse, oggi più di ieri, uno strumento efficacissimo per rappresentare il degrado attuale e futuro in cui ci apprestiamo spensieratamente a vivere.
A cura di Wuz.it
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