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Soldati e prigionieri italiani nella grande guerra. Con una raccolta di lettere inedite - Giovanna Procacci - copertina
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Soldati e prigionieri italiani nella grande guerra. Con una raccolta di lettere inedite
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Soldati e prigionieri italiani nella grande guerra. Con una raccolta di lettere inedite - Giovanna Procacci - copertina
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Descrizione



La riproposta del primo libro di storia che ha fornito un quadro inedito della tragica esperienza di vita dei prigionieri e dei soldati al fronte durante la prima guerra mondiale

Mauthausen e Theresienstadt sono nomi che riportano alla memoria gli eccidi nazisti del secondo conflitto mondiale. Ma quei luoghi furono anche i centri di raccolta dei 600.000 prigionieri italiani catturati nella guerra del 1915-18, che in quei campi, e in molti altri, vissero e morirono: di essi più di 100.000 non fecero ritorno alle loro case. La responsabilità di quei morti non fu dei governi nemici: essa ricade al contrario sulle autorità politiche e militari italiane. Oltre a fare luce per la prima volta su questo evento drammatico della storia d'Italia, celato dalle fonti ufficiali e ignorato dalla storiografia, "Soldati e prigionieri italiani nella Grande guerra" fornisce anche un quadro dell'esperienza di vita sia dei prigionieri sia dei soldati al fronte con l'ausilio di documenti archivistici inediti e soprattutto attraverso le lettere bloccate dalla censura, qui abbondantemente riportate.
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Dettagli

3
2016
17 novembre 2016
528 p., Brossura
9788833928296
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Indice


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Prefazione alla seconda edizione

Premessa

Soldati e prigionieri italiani nella Grande guerra

Parte prima - La guerra al fronte
I. L'apparato di controllo dello stato
II. Il fronte

Parte seconda - La prigionia
III. Lo stato e i prigionieri
IV. L'esperienza della prigionia
V. Il rimpatrio

Appendice - Lettere

Nota all'edizione delle lettere
I. I soldati
II. Prigionieri
III. Lettere varie

Elenco delle abbreviazioni

Indice dei nomi

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 Andrea
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Renzo Montagnoli
Recensioni: 5/5

Se la guerra è un’immensa tragedia lo è ancora di più se la mancanza di umanità non è caratteristica del nemico, ma dei propri comandanti. In questo senso la prima guerra mondiale fu una devastante esperienza per i nostri soldati, mandati al macello in insensati attacchi nelle prime undici battaglie dell’Isonzo, costretti a vivere miseramente in trincee inospitali, soggetti a una disciplina più sadica che razionale. Dire che la colpa di questo stato di cose fu del comandante in capo generale Luigi Cadorna appare un’asserzione incompleta, perché se è vero che a lui furono concessi i più ampi poteri è altrettanto vero che il governo che glieli attribuì fu direttamente o indirettamente complice della sua crudeltà. Diciamo francamente che il concetto di disciplina che aveva Cadorna era ben lungi dalla necessità di instaurare una scala gerarchica con ben identificati diritti e doveri per ogni grado, in quanto la truppa non era considerata niente di più di carne da cannone e affinchè come bestie inviate al macello lo facesse di buon grado doveva vivere nel terrore quando anche non andava all’attacco. La più piccola mancanza era punita in modo del tutto sproporzionato e perfino le lettere scambiate con i familiari, se contenevano anche modeste allusioni alle paure derivanti dal conflitto, erano materia per accuse e allestimento di processi, conclusi con sentenze esemplari. Tengo a precisare che un così alto numero come in Italia di condannati a morte in proporzione alla forza effettiva non ha riscontri negli altri paesi belligeranti, e quindi non c’è da meravigliarsi se alla disfatta di Caporetto abbia contribuito un ritrovato spirito di ribellione a una situazione ormai diventata insostenibile. Sicuramente e assolutamente da leggere.

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rosanna robbiano
Recensioni: 5/5

lavoro straordinario, impeccabilmente preciuso e ricco di dati, testimonianze e commenti autorevoli su un aspetto poco conosciuto della Grande Guerra, ovvero quello della sorte dei prigionieri italiani sparsi per i campi di prigionia di Germania e Impero Austroungarico, dai quali ben centomila non fecero ritorno. Un orrore in più che va ad assommarsi a quelli tristemente noti della guerra di trincea e dei suoi spaventosi massacri. Testo storico, ma di lettura agevole anche per chi non è un addetto ai lavori.

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Conosci l'autore

Giovanna Procacci

Studiosa di storia sociale e delle mentalità, ha insegnato Storia contemporanea presso l'Università di Modena. Tra le sue pubblicazioni recenti: Dalla rassegnazione alla rivolta. Mentalià e comportamenti popolari nella Grande Guerra (1999), Deportazione e internamento militare in Germani. La provincia di Modena (2001), Le stragi rimosse. Storia, memoria pubblica, scritture (2008), Per la difesa della razza. L'applicazione delle leggi entiebraiche nelle università italiane (2009) e Soldati e prigionieri italiani nella Grande Guerra (2016).

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