L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Tutti i formati ed edizioni
Promo attive (1)
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
"Un solitario amore" è forse qualcosa che va oltre il semplice concetto di libro, di carta stampata a riassumere gran parte della produzione di un poeta scomparso prematuramente, perché in esso risiedono leggenda, autenticità, discrezione di quel Beppe Salvia frequentato dai pochi fortunati e ammirato da tutti i restanti che mai lo conobbero dal vivo. Dall'introduzione di Emanuele Trevi al corpus poetico comprendente per intero "Estate (di Elisa Sansovino)" e "Cuore (cieli celesti)", una selezione di "Elemosine eleusine", un'appendice con "Poesie disperse", fino alla biografia e a un'accurata nota ai testi; si respira un'aria sacrale, ossigenata da un connubio di emozioni tutte convergenti verso una storia personale, poetica e globalmente umana solo in parte rivelata e ancora carica di un alone di immenso segreto. Inutile ribadire come rimbombino nelle orecchie dei lettori a lui fedeli versi come questi, che per sempre rimarranno incastonati e irraggiungibili: "A scrivere ho imparato dagli amici, / ma senza di loro."; "Ma oltre queste verità e dentro queste / vuote parole ho perso la misura.", "Abbiamo nel cuore un solitario / amore, nostra vita infinita" (per citarne solo alcuni). Allora bisogna limitarsi a consigliare, a chi non ne abbia ancora avuta la possibilità reale, di procurarsi al più presto questo libro immancabile in qualsiasi libreria personale, senza troppo svelare peculiarità e carisma, doti e spessore di un artista tanto riservato quanto propositivo nella sua arte regina, lasciando anche qui praterie di ricerca. Beppe Salvia ha cantato il dolore sincero, l'osmosi sofferta interiormente universale, la vita precaria e la vita infinita fra le piccole cose del giorno; l'ha fatto in disparte, distante dai clamori egocentrici. E adesso a noi spetta riconoscerne i meriti.
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Il libro intende offrire al lettore una "conoscenza esauriente dell'opera poetica di Beppe Salvia". Salvia (1954-1985), la cui attività letteraria fu intimamente legata alle riviste romane "Braci" e "Prato Pagano", è un poeta che ha pubblicato pochissimo in vita, e che decise di morire presto. L'opera è scandita in tre raccolte Estate (pubblicata con lo pseudonimo di Elisa Sansovino), Cuore (cieli celesti), il "capolavoro di Salvia", come scrive Emanuele Trevi nella sua bella introduzione al volume, ed Elemosine Eleusine e porta il segno, fortissimo, di una ricerca ossessiva di una liberazione da una sofferenza vitale sentita con insopportabile acutezza. Tale ricerca (che ricorda per la sua asprezza il monachesimo e l'ascetismo antichi) va di pari passo con una ricerca, ossessiva anch'essa, di una vibrante efficacia poetica, capace di rendere, finalmente, "Come fiori / di mandorlo e di pesco le parole". Le ripetizioni di una stessa parola all'interno di un singolo verso o di versi contigui sono la cifra più propria e costante dello stile di Salvia, quasi le parole fossero pietre focaie tenute nelle mani nell'esercizio di produrre una scintilla o congiurassero, nella schizofrenia della loro duplicazione, la possibilità di trovare, o riconoscere: "nella vita un'altra vita, eterna". Una sorta di manicheismo ateo informa la visione del poeta, che ha nel "bianco" l'immagine prediletta e ossessivamente riproposta della liberazione, sia essa da trovarsi nel "vestito bianco" delle proiezioni femminili dell'autore, nell'ottundimento della "bianca neve", nell'accecamento del "bianco fuoco" della luce, diurna o notturna, finanche nell'anestesia della "bianca bianca eroina". È nell'opera di Salvia un'indecisione ultima circa la natura della tanto desiderata liberazione, un'irresolutezza che induce al mutismo. Ma forse è nel paradossale accostamento delle cose opposte che si rispondono (sole e luna, neve e sangue, morte e vita eterna), che come petali chiudono il nulla della rosa, proprio in questa negazione della dialettica e della vicenda di tutte le cose, che Salvia ci indica la sola possibilità della liberazione: "sparirà ogni imperseguibile / mia identità clandestina: essere / individuo sarò serenamente".
Lorenzo Carlucci
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore