Recensioni La solitudine del maratoneta
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Il titolo può ingannare dato che gli altri racconti non sono legati al tema della corsa. "La solitudine del maratoneta" è un racconto coinvolgente, lascia il segno. Gli altri racconti non sono tutti di eguale caratura.
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Per essere un libro di racconti, è interessante. Il suo ruolo di "giovane arrabbiato" della letteratura inglese degli anni '60 si nota benissimo nei racconti, alcuni molto coinvolgenti, altri meno. Quando i protagonisti sono i bambini, un po' ricorda Frank McCourt, mentre se fosse nato 30 anni dopo, magari avrebbe scritto Trainspotting o una sceneggiatura per Guy Ritchie, visto le tematiche di degrado e delinquenza.
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E' difficile costruire un'opinione su più racconti. Mi soffermerò sul primo e più lungo, che dà il titolo all'opera. Ho un debole per la narrazione che prevede un viaggio; tutti coloro che hanno almeno corso o nuotato per davvero, concentrati, non possono che restare sbalorditi di come un autore sia riuscito a riproporre dubbi, riscatto, ideologia, motivazione, coerenza, orgoglio e sfinimento. Tutte emozioni che passano quando sei davvero solo con te stesso. Tu, l'aria e tutt'intorno la Terra. E non ti imprta più niente, s enon solo quel passo in più, verso la tua gloria personale, dicendoti ce la faccio, ce la faccio.
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