Firenze, Felice Le Monnier, In-16°, pp. (4), LXXVII, 352, legatura di inizio '900 (eseguita da Michele Prandi di Torino) in m. pelle bionda con titolo in oro su tassello rosso su dorso a nervetti. Piatti marmoreggiati. Un timbro di privato possesso. Buon esemplare. Prima edizione in lingua italiana. Il Sulwan al-mutà fi udwam al-atba (I rimedî morali per il sovrano nell'inimicizia dei sudditi), che era stato una felice riscoperta del grande storico e orientalista siciliano, consiste in una serie di precetti rivolti ai potenti che lo fecero considerare una sorta di straordinaria anticipazione islamica del "Principe" di Machiavelli. "Il libro ch'io mi fo a pubblicare in italiano.. racchiude.. profonde considerazioni politiche e morali di quelle che mai non invecchiano, perché non cangiasi la natura umana". Sull'elegante versione italiana dell'Amari fu condotta anche la traduzione inglese, apparsa a Londra nel 1852. Le pp. in nn. romani contengono l'amplissima introduzione amariana, che non si limita a discorrere della presente opera, ma, in un quadro molto più ampio, ricostruisce sinteticamente la dominazione araba in Sicilia e i tratti salienti della letteratura araba dell'isola, fornendo anche un catalogo delle opere di Ibn Zafar e delle loro traduzioni in altre lingue orientali. L'Amari sottolinea la triplice sorgente delle idee contenute nel libro, ossia l'Islam, la civiltà indiana e la civiltà persiana, passando poi a tracciare un affresco della Persia sassanide e della trasmigrazione delle favole e dei miti indiani alla Persia e di lì poi all'Islam e all'Occidente. Cfr. Michele Amari, Storia dei Mussulmani di Sicilia, III, pp. 714-735; Francesco Gabrieli, Un secolo di studi arabo-siculi in: Studia Islamica, II, 1954, pp. 89-102; Giorgio Levi Della Vida in Enciclopedia Italiana, II, p. 758: "Uno dei primi prodotti dell'attività dell'Amari come arabista fu la traduzione di un'opera di carattere letterario, la raccolta di sentenze e di aneddoti morali del siciliano Ibn Zafir".
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