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Recensioni Sonnenallee

Sonnenallee di Thomas Brussig
Recensioni: 5/5
Il romanzo di Berlino Est. Con uno scritto di Jonathan Franzen. Micha e Mario, Cespo, il Talpa e Miriam - un'adolescenza, la loro, consumata a pochi passi dal Muro di Berlino. L'Ovest è proprio dietro l'angolo, con le sue promesse di libertà, eppure sembra irraggiungibile. E c'è sempre il rischio di morire, sí, ma un doppio vinile dei Rolling Stones nascosto sotto la giacca può anche salvare la vita, mentre una folata di vento può trasportare oltrecortina una lettera d'amore. «Un romanzo ordinario, - osserva Jonathan Franzen nella sua postfazione, - potrebbe mettere in luce la tristezza della loro condizione. Un romanzo straordinario, pur riconoscendo il lato triste di quella condizione, ne mette in luce il lato comico». E Sonnenallee, scanzonato e imprevedibile com'è, ha dato voce a un'intera generazione. «Uno dei romanzi piú brillanti sulla vita a Berlino Est all'ombra del Muro». «The New York Times» Sonnenallee è divisa in due. Il suo tratto piú breve è uno scampolo di strada di sessanta metri finito, per un beffardo scherzo della sorte, dal lato sbagliato del Muro di Berlino: quello a est. È qui, all'ombra dei prefabbricati Q3a, coi loro minuscoli appartamenti, che Micha Kuppisch trascorre le sue giornate, simili a quelle di ogni altro quindicenne: tra musica e amici, ragazze irraggiungibili, le incomprensibili regole degli adulti - e in preda a uno struggente desiderio d'infinito, l'irrequietezza di chi vorrebbe cambiare il mondo. Il mondo di Micha e dei suoi amici, però, è quello asfittico e dai confini granitici della Ddr degli anni '80, destinato a sgretolarsi di lí a poco sotto l'onda d'urto della Storia. Un mondo in cui, per aver manomesso uno striscione di Lenin a scuola, ci si vede appioppare un temutissimo «contributo al dibattito», in cui per procurarsi la «musica proibita» (di Bob Dylan, dei Doors, dei Rolling Stones) bisogna mettersi sulle tracce di misteriosi spacciatori di dischi, in cui la ragazza dei tuoi sogni bacia solo quelli dell'Ovest e una semplice folata di vento può portare una lettera d'amore nella terribile striscia della morte. Nel frattempo gli adulti, intrappolati in quegli stessi minuscoli appartamenti, sono ossessionati da vicini di casa che forse sono agenti della Stasi, sognano per i propri figli un brillante futuro in Unione Sovietica o attendono con ansia l'arrivo dello zio dell'Ovest nei panni di improbabile contrabbandiere. Nell'inedita postfazione al volume, Jonathan Franzen sottolinea come, con questo romanzo, Thomas Brussig riesca nell'intento quasi prodigioso di riportare in vita un mondo serissimo - cancellato con un colpo di spugna dalla Riunificazione - ma, esempio unico nel suo genere, attraverso la lente dell'umorismo e della leggerezza. E nel tratteggiarne i chiaroscuri con sguardo pieno d'affetto, che non lascia spazio a condanne o nostalgia, ci mostra un'inattesa possibilità: quella di esplorare il complesso rapporto tra individuo e memoria collettiva, tra ricordi e peso del passato, mettendo al centro della Storia le persone e la loro umanità. )
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