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Questa volta la Vargas manda il suo commissario preferito, ossia lo spalatore di nuvole Adamsberg in trasferta in Quebec alla ricerca di fantasmi interiori ed esteriori; così tra splendenti etimologie, mitologiche armi, cattedrali gotiche occluse, amnesie alcoliche, accappatoi giganti, improbabili hacker, assassini centenari, moventi ludici il romanzo scivola via velocemente incollando il lettore al libro nel tentativo spasmodico di indovinare il colpevole e il movente della immancabile scia di cadaveri. Da notare la pletora di animali strani che compaiono capitolo dopo capitolo: lamprede, draghi bianchi, pesci preistorici, scarabei meccanici, rane esplosive e oche bernacle che si atteggiano a boss. Per la prima volta in questo romanzo - cosa insolita - sarà il commissario stesso ad essere in pericolo e, sempre stranamente rispetto al solito, in suo soccorso accorreranno numerose "quote rosa". La zona geografica su cui stavolta punta l'attenzione la Vargas, oltre al Canada, è la regione francese "Centro-Valle della Loira", in particolare i dipartimenti di "Indre e Loire" e "Loiret". Da notare anche il linguaggio utilizzato dagli agenti canadesi quando l'anticrimine parigina con a capo Adamsbert è in trasferta: in pratica la Vargas si serve di un linguaggio colloquiale, ibrido, una sorta di "pastiche" cui al francese ufficiale vengono inframmezzati termini inglesi, neologismi, derivazioni dallo slang quasi a voler marcare la differenza tra i modi "ufficiali" parigini e quelli degli abitanti dell'ex colonia francese che a me ha tanto ricordato -con le dovute differenze- il Queneau di "Zazie nel metro". Ci sono numerose incongruenze su tutte l'improbabile fuga del commissario dal Canada, l'incontro con un ancora più improbabile esperto del web e per concludere la poco attendibile capacità dei personaggi di essere esperti di etimologia. Insomma l'autrice non fa niente per nascondere le sue conoscenze di archeozoologia e medievistica ma a noi sta bene così.
Adoro tutto di Fred Vargas: stile, indiscutibilmente personale, distintivo, peculiare e cerbrale; inventiva e originalità narrativa. Unica insomma! "Sotto i venti di Nettuno" è uno dei primi che ho letto e senz'altro uno dei più riusciti e intriganti dell'autrice.
Bellissimo libro comprato per caso in un giorno di noia. La migliore recensione de possa fare è che dopo aver letto questo sono andata a comprare tutti gli altri libri del commissario Adamsberg
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