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Anno edizione: 2017
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Il sig. Van Zandt è stato sollecitato dagli amici a fare un disco di Little Steven e, in effetti ha fatto un disco di Little Steven! Sommo gaudio, che i cherubini suonino le lore trombe! Un disco onesto che bussa al cuore del r'n'r, come non se ne vedono tanto spesso. Un grande uomo, che ha sempre portato avanti i propri principi con un coraggio unico, battendosi per amnesty, contro l'apartheid, etc. Un uomo vero e un bravo chitarrista - dotato di una vocalità sicuramente da non da strappare applausi ma comunque unica; sicuramente la personalità è il punto forte di questo, ormai, signore diversamente giovane. Le sonorità recuperano il primissimo Little Steven e mi fanno tornare indietro nel tempo - quando "le strade erano di fuoco" (giusto per ricordare anche quel vecchio film). L'anagrafe sarebbe una brutta cosa se non potessimo contare su artisti che ci fanno capire che anche i capelli grigi hanno il loro perchè: Little Steven è un di questi. ultima cosa: il cd a questo prezzo è un pò troppo - io l'ho trovato tra le offerte IBS qualche tempo fa è l'ho preso subito....
Ci sono musicisti estremamente prolifici che pubblicano album con una certa regolarità, vuoi per mantenere caldo il legame col loro pubblico vuoi per tenere fede ai contratti stipulati con le case discografiche. E ce ne sono altri che non si preoccupano se devono latitare dalle classifiche per un po’ di anni in attesa di avere un buon prodotto da offrire. Teoricamente i secondi dovrebbero essere i migliori, ma generalizzare è pericoloso e ci sono ottimi esempi di artisti che non vengono meno ai loro standard qualitativi pur producendo molto. Ma non c’è dubbio che Little Steven appartenga alla categoria di quelli più parsimoniosi: Soulfire esce a quasi vent’anni di distanza dal suo ultimo LP e alla bella età di 67 anni è appena il suo sesto disco. Ma si sa che il nostro ha passato un’intera carriera a fianco al Boss Bruce Springsteen e si è diviso tra diversi interessi artistici. Di fatto Soulfire è una variegata raccolta di canzoni scritte per altri in un arco di tempo piuttosto ampio e di cover raggranellate qua e là, pezzi portati al successo da gente del calibro di James Brown (Down and out in New York City) ed Etta James (Blues is my business). Naturalmente non poteva mancare Love on the wrong side of town in coppia con Bruce, canzone del ’77 che avrebbe meritato miglior fortuna. Nel complesso un grande album che se difetta di un filo conduttore unitario si mantiene comunque su ottimi livelli dall’inizio alla fine.
Recensioni
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