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Anno edizione: 2014
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Barbara Spinelli pubblica un saggio breve ed intenso per tentare di salvare un sogno quale fu l'Europa dei popoli. Il fallimento di quel progetto è di tragica evidenza anche per un mondo intellettuale che sia impegnato a far sopravvivere i valori e gli ideali del periodo costituente. Affarismo e globalizzazione figli di un neoliberismo senza freni hanno reso l'Europa un battibecco tra Stati interessati a mantenere i propri profitti e hanno spinto ideali ed idee funzionali in una zona grigia in cui poter solo resistere, ma non circolare nelle teste e nei cuori degli Europei. Se le idee non circolano, il contesto culturale avvizzisce; così quella cultura che insegnò ai primitivi a disciplinare il proprio mondo istintuale torna a cedere la propria forza alle pesanti emozioni del potere e questo fa saltare non gli squallidi interessi, ma la visione ideale che dovrebbe essere alla base di ogni sana Istituzione democratica. Una critica dura quella rivolta da Barbara Spinelli agli Stati nazionali "I Leviatani impazziti" e alla loro assenza di visione lungimirante che solletica gli egoismi nazionali e sacrifica il sogno comunitario di un'Europa dei popoli. La strada per un efficace rinnovamento della politica europea potrebbe indirizzarsi a cambiare le semplicistiche strutture mentali dei politici eletti senza dimenticare però che queste emanino dall'area ove opera l'animo umano che fatica sempre più a organizzare la propria azione sulla base di valori e ideali. In una fase fin troppo evidente di aurea mediocritas della classe politica, difficile invocare il miraggio di avere in Europa politici consapevoli, quando si sappia che chi venga inviato negli Organismi Comunitari abbia spesso una visione poco orientata al superamento degli interessi personali e nazionali.
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