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Specchio delle mie brame - Alberto Arbasino - copertina
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Specchio delle mie brame

Descrizione


Una baronessa bramosa, una villa sfarzosa, un'estate siciliana afosissima. E una bambinaccia obesa e caparbia, un ragazzaccio bugiardo e porcello, un'istitutrice gallese delle più frementi, un rozzo precettore disposto a tutto, uno squisito duca dannunziano che è l'epitome d'ogni decadentismo della Belle Epoque... Tutti coinvolti in un folle intreccio di combinazioni erotiche sempre più complicate, con rocamboleschi e acrobatici "teatrini".
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Dettagli

1995
3 maggio 1995
170 p.
9788845911279

Valutazioni e recensioni

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Alt
Recensioni: 3/5

Un piccolo libro è scritto con un italiano col quale puoi giocarci al salto della corda, alla casa sull’albero, all’arrampicata sugli specchi, allo scivolo sulla neve calda di Sicilia, e poco non è, non lo è mai.

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stellanaturale96
Recensioni: 4/5

Il bello dell’aver letto così poco di Arbasino – assieme, probabilmente, al suo meglio – è che si può spaziare in quanto ne resta per chissà quanti anni: il gioco della letteratura abbinato alla felicità della lingua, il resto è un fatuo pretesto, e cosa c’è di meglio del raccontare una storia molte volte già raccontata, per dimostrare che nessuno mai l’ha ancora raccontata come sai fare tu? Dando l’aria di buttare tutto via al vento, in un civettare del lessico, uno sgambettare di sintassi, in un ammiccare citazionistico istrionico e per nulla pedante, con quella aggiunta sbarazzina di poppe e patte e maschi petti e potte tutte discutibilmente virginee che ti fanno sorridere, ti fanno dire – Ma va là quante scemate; assieme a “Fa talmente ridere, eppure è letteratura, una sniffatina leggera di, o è qualcosa che comunque non s’allontana mai troppo dalle sue vicinanze.” Il piccolo libro è scritto con un italiano col quale puoi giocarci al salto della corda, alla casa sull’albero, all’arrampicata sugli specchi, allo scivolo sulla neve calda di Sicilia, e poco non è, non lo è mai. Lettura appassionante come quella di un giallo da farsi tenendo a portata di mano dizionari di Italiano, Inglese, Francese e Latino.

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Toppi Alessandro
Recensioni: 4/5

Vistosamente ammantellato "Specchio delle mie brame" è altro da ciò che appare: carnose voluttà, calori inquieti, indocili attenzioni son riflesse ma è visione digrossata e assai distorta: lo specchio arbasiniano è lastravetro da fiera, circo, park lunatico. E' un piacere il gioco narrativo che narra il piacere con il gioco: chi s'accontenta, in libresca adolescenza, di spiar sudori da sessanta posizioni non gode. Geme invece chi partecipa in offerta al libertinaggio. "Non c'è più serietà, un autentico impegno, nè un plausibile discorso letterario dabbene". Sembra di sentirle, le rugose matrone da salotto vermiglio e paludoso, invitte e fiere ma in rancura per mancato invito all'orgia di parole. Tra madonne gotiche moresche e catene di santa inquisizione, gelati di scorzanera con cannella e tropical cedrata, boutades mondane e devozioni fetide per gozzi e scrofole s'agitano una baronessa insaziabile pupara, la di lei figliola di carne prosperosa, il giovanotto che di cose ha da impararne ed il suo istitutore, di patta gonfia e sana. S'aggiungano un impotente dannunziano e la giovane gallese che, accaldata, semisoffoca "quilt! quilt!". Sono loro che s'inseguono, si legano, s'acquattano, si spiano, s'avvampano e poi cedono "fra pareti e consoles e mensole affastellate da chicche polverose" mentre ride, ride assai, l'autore che dimena sagome per tableaux vivant in allusivo pecoreccio. Un teatrino di gran prova per melò d' illustri combinati e riciclati: feutillon e paraverismo malaticcio, recit ed informale s'intrecciano, loro sì, con pulsività ossessiva da kitsch sadiano. "Divertimento sulle strutture formali travestito da assemblage e pastiche" il romanzo si fa saggio: c'è da prenderlo sul serio. Per intanto "ecco in un gran letto disfatto una stupenda signora nuda si sta violentemente dimenando fra le lenzuola di lino avvinghiata ad un...fustone..."

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Alberto Arbasino

1930, Voghera

Alberto Arbasino è stato narratore e saggista eclettico. Ha dato nei suoi scritti, da Le piccole vacanze (1957) a Fratelli d'Italia – del quale ha pubblicato tre differenti stesure (1963, 1976, 1993) – a Mekong (1994), un ritratto caustico e impietoso della società italiana del secondo Novecento. Assertore della 'gita a Chiasso' come antidoto al provincialismo culturale italiano ereditato dal fascismo, fu tra i sostenitori del Gruppo 63.Eccentrico, colto e curioso cronista della realtà sociale e culturale degli anni Sessanta e Settanta, ne lasciò un vivo ritratto nelle prime opere, che tendono a una giocosa mescolanza di generi letterari: dalle impressioni di vita fermate nelle pagine di Parigi o cara (1960), Grazie per le magnifiche rose (1965), Sessanta...

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