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scheda di Scaglione, D., L'Indice 1996, n. 9
"Spiegare la scienza", secondo Giere, significa dare vita a una "scienza della scienza". L'autore - fisico passato alla filosofia dopo il dottorato - ricerca in questo saggio le strutture fondamentali della scienza utilizzando l'approccio cognitivista, convinto che questo possa superare e integrare i più diffusi approcci razionale e sociologico. Giere, nella prima parte del libro, riassume i contributi di coloro che, a suo dire, hanno realizzato teorie della scienza tra loro alternative: Merton, Popper, Lakatos, Laudan. Ma l'autore che più ha ispirato Giere è certo Thomas Kuhn, tant'è che egli definisce la famosa opera La struttura delle rivoluzioni scientifiche come il primo tentativo di sviluppare una teoria cognitiva della scienza. Nel capitolo terzo, riferendosi in particolare alla meccanica classica, Giere analizza il significato di modelli e teorie, arrivando a illustrare che cosa sia una "teoria delle teorie". Successivamente, il libro affronta il tema del realismo nella scienza, con un inquadramento teorico e una esemplificazione tratta da un ordinario lavoro di fisica nucleare intorno a un ciclotrone. Un esempio molto valido in favore dell'approccio cognitivista sarebbe quello della recente rivoluzione in geologia (1955-1965), e Giere adotta così il suo modello di scienza per chiarire la portata e il significato di tale evento. La storia della scienza nell'opera di Giere ha indubbiamente l'importante ruolo di raccoglitore di dati essenziali per l'elaborazione e il controllo di ogni teoria. Ma il costruire una teoria della scienza non va confuso con il trovare leggi di sviluppo scientifico: solo la prima riesce a dare una prospettiva generale dell'impresa scientifica. Da un punto di vista cognitivo, il dato più importante evidenziato da tale prospettiva è che la scienza non produce leggi universali, ma famiglie di modelli che, a loro volta, vanno messi alla prova verificando quanto somiglino alla realtà.
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