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Lo spirito della Provenza. Da Guglielmo IX a Pound - Mario Mancini - copertina
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Descrizione


"Culto delle emozioni", la poesia dei trovatori. Affidandosi a questo giudizio di Pound, scintillante come un emblema, e alle intuizioni di Heine, i saggi di questo volume ripercorrono alcuni momenti decisivi della esoterica e fascinosa parabola dell'amore cortese: la spavalderia aristocratica e giullaresca di Guglielmo IX, l'"amore di lontano" di Jaufre Rudel, avvolto in una appassionata, romantica desolazione, la ripresa dei temi della fin'amor, in un dialogo differenziato, selettivo, originalissimo, da parte del più grande dei Siciliani, Giacomo da Lentini. Grande spazio viene poi dato al romanzo provenzale di Piamenca (1250 ca.), immerso in una letterarietà esibita e festosa, che ispira e sostanzia l'intensità vitale dei personaggi.
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Dettagli

2004
14 ottobre 2004
189 p., Brossura
9788843031719
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Indice

Premessa/ Un culto delle emozioni/ 1.Guglielmo IX e i «companhos»: per una genealogia/ 2.Sguardi, lontananze, Jaufre Rudel/ 3.Giacomo da Lentini, Tristano, i trovatori/ Il romanzo di Flamenco/ 4.Flamenca: l´elogio delle «letras»/ 5.Flamenca: sogni e visioni/ 6.Nella biblioteca dell´Anonimo: i trovatori/ 7.Nella biblioteca dell´Anonimo: Chr tien de Troyes/ 8.Finzione, apparenza, cortesia/ Due letture di connaisseurs/ 9.Il Geoffroy Rudèl di Heine/ 10.Il giovane Pound e lo spirito della Provenza

Voce della critica

Il richiamo che Mario Mancini fa al celebre saggio di Ezra Pound, The Spirit of Romance, non potrebbe essere più scoperto: il titolo di questa raccolta di saggi sulla letteratura provenzale del medioevo e sulle sue sopravvivenze nell'immaginario dei poeti moderni è una voluta eco di quel libro, ormai così lontano nel tempo (la prima edizione è del 1910), che ha il suo posto all'interno della rivisitazione novecentesca della poesia medievale, e non solo di quella sviluppata dai poeti. Mancini – che è un filologo romanzo e quindi, almeno nella tradizione italiana di questa disciplina, sostanzialmente un medievista – è da tempo studioso attento anche della sopravvivenza della letteratura medievale e in questa raccolta si troveranno due articoli in tale direzione, su Heinrich Heine e appunto sul giovane Pound. La maggior parte del volume è però dedicata alla Provenza medievale, con due saggi su due trovatori antichi come il "fondatore" Guglielmo IX e il forse suo più giovane sodale Jaufre Rudel, il poeta del celebre "amore di lontano", e uno sulle riprese che un altro fondatore, Giacomo da Lentini, fa dai provenzali. La poesia della Provenza, fatta di sguardi e di emozioni, ma anche dei gesti e degli atteggiamenti pubblicamente e quasi teatralmente definiti negli spazi della cortesia, apparentemente sempre uguale a se stessa ma poi, a osservarla da vicino, culturalmente e spiritualmente differenziata al suo interno e percorsa da dubbi e contraddizioni, vive tutta all'interno del romanzo Flamenca, a cui è dedicato il maggior numero di saggi. Flamenca è un romanzo tardo (composto piuttosto avanti nel XIII secolo, dopo che le grandi generazioni dei trovatori erano passate) e quasi unico in una letteratura dominata dalla lirica, ma certamente unico per il suo carattere. Mancini ha ragione a definirlo "una grande commedia di costume", dove la cultura cortese (non diciamo al suo tramonto, giacché essa non è mai morta) si dispiega in un mondo scintillante e variegato, molto vitale e mondano, pieno di letteratura e di musica. Flamenca è il nome della donna amata e conquistata da un cavaliere, nonostante la sorveglianza del marito: è questa una situazione tipicamente cortese, dove l'amore vero è quasi sempre fuori dal matrimonio; solo che il cavaliere, per conquistare la sua bella, deve travestirsi da chierico e agire come tale. Guglielmo IX, che diceva che bisognava bruciare le donne che se la intendevano con chierici o monaci, non avrebbe gradito, ma da lui all'autore di Flamenca – un chierico, senza dubbio, o comunque uno che ne aveva la cultura e la preparazione – è passato più di un secolo. Il mondo cortese è cambiato, il medioevo si è mosso.

Walter Meliga

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