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Gli stadi nel cammino della vita in S. Kierkegaard
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In commercio dal:
30 marzo 2016
Pagine:
224 p.
EAN:
9788848818377
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Gaspare
15 ottobre 2017
Il pensiero moderno arrivo a conclusioni che l'uomo aveva triofato su Dio, la cultura aveva soppiantato la fede; Kierkegaard si oppose radicalmente al dichiarato trionfo dell'uomo su Dio. Kierkegaard amava definirsi un pensatore cristiano e se è vero che parlò di un io estetico, culturale, filosofico, e anche vero che non tacque la presenza dell'io di fronte a Dio, di fronte al peccato e alla responsabilità della scelta. Questo dinamismo della ragione umana, di una ragione che non è fine a se stessa, di una ragione che vive un un rapporto di reciprocità con la fede, accomuna Kierkegaard a Tommasoe instaura tra i due una sorta di tacito dialogo. Grazie a coloro che hanno acquistato e letto il libro, grazie per le recenzioni a Gaetano e Cinzia, consiglio il libro anteprima su Google libri, sono l'autore che vi augura una buona e ulteriore cultura, ho altri libri pubblicati: la metafisica in Tommaso d'Aquino.... ; filosofia religione e storia dell'India, un caloroso saluto a tutti.
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Cinzia
11 ottobre 2017
Nel confronto con Tommaso è Cornelio Fabro che ci fa notare che il danese si colloca tra razionalismo e fideismo. Non siamo quindi distanti dalla linea tomistica, la ragione viene ad assumere una certa rilevanza anche se, giunti ad un certo punto, cozza contro l'assurdità della fede e non può far altro che giungere alla seguente conclusione, ovvero comprendere che non si può (ne si deve) comprendere. E' proprio questo il paradosso della fede, quello di ammettere l'incomprensibilità di ciò che la fede suggerisce, un'incomprensibilità che può essere superata solo effettuando quella sorta di salto nel vuoto di cui parla Kierkegaard. Nel confronto con Levinas Kierkegaard considera prioritario il problema della fede. Levinas, invece, considera prioritario il problema dell'etica. Questa diversa prospettiva da cui si pongono Kierkegaard e Levinas potrebbe far pensare che nel primo sia assente il problema dell'alterità e, nel secondo il problema della singolarità. Ma a ben vedere, non è così. Anzi Kierkegaard e Levinas rappresentano i due problemi in maniera speculare: in Kierkegaard, in quanto teorico della singolarità, l'alterità si configura come paradosso; in Levinas in quanto teorico dell'alterità, è la singolarità a configurarsi come paradossale. Ma qui paradossale non significa incompatibile, tale che singolarità e alterità si escludono a vicenda; piuttosto significa compatibilità non razionale, non concettuale, non teorica, ma esistenziale, pratica. Libro consigliato anche per le Università.
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Gaetano
10 ottobre 2017
Il libro parla chiaro sugli stadi di vita dell'autore Kierkegaard, molto interessante per insegnarci a conoscersi l'uno con l'altro, a conoscere diversi formazioni umane che interagiscono e si confrontano, alla fine viene fuori che soffriamo a causa del peccato originale, che Kierkegaard ritiene un paradosso e non crede che siamo eredi del peccato consumato da Adamo ed Eva. C'è un confronto azzardato dell'autore G. Lombardo tra Kierkegaard e Tommaso d'Aquino .......che può sembrare incentrato; un altro confronto lo fa con Levinas e magari qui si capisce che mette a confronto due religioni l'ebraica e la cristiana.....vedete voi chi ha ragione fra i due filosofi, io dico nessuno dei due perché vi è astrazione e irrazionalità. Comunque sia sui confronti consiglio il libro.
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