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Parlare troppo del proprio dolore allontana chi dovrebbe starti accanto. Il senso di soffocamento è predominante. Allora, ti isoli più per una forma di protezione da qualsiasi addebito di giudizio. Sai, però, cogliere il momento giusto e l’anima bella con cui abbracciare uno stato di difficile sopportazione. Perché c’è sempre qualcuno capace di comprendere e di darti una mano per risalire la china. E le risposte più sorprendenti, spesso, arrivano da chi è genuino nella sua innocenza. Gli insegnamenti arrivano in modo inaspettato e hanno la voce di un affresco da ammirare senza sciupare la bellezza che si nasconde tra le pieghe della sofferenza. In La stanza 212 di Claudia Terranova conosci il dolore di Mahmoud, un poeta, che passa i suoi giorni di vita in una clinica di Houston. La sua stanza di degenza è la 212. La divide con un bambino, David, che diventa il suo alter ego. Il dolore di Mahmoud è una storia di esule, di rifugiato, di perdite, di solitudine. Diversa da tante altre, ma comune per il peso del dolore. romanzo è intimo. La storia è un po’ lenta. L’emotività, però, sprigionata nelle pagine annulla i limiti di una narrazione che ha bisogno del conforto del lettore. Quasi a sanare una ferita che viene da lontano. La scrittura ha assorbito il dolore, ne riconosce, allo stesso tempo, la speranza che quando viene dal tormento ha una forza diversa.
Questo libro mi è particolarmente caro perché scritto da una persona che conosco, una mia prof del liceo. Stanza 212 racconta la storia singolare dell'incontro fra Mahmoud Darwish, David - un piccolo paziente di cardiochirurgia, Hannah, la madre di David e gli altri pazienti del reparto. Questo piccolo racconto di Claudia Terranova narra dell'incontro di anime che hanno sofferto e che non vogliono più soffrire. Anime che si incontrano per colmare il vuoto che li circonda, che trovano dentro di sé, solo per scoprire che quel vuoto non può essere colmato. Esso è parte di noi. Tuttavia, incontrare gli altri aiuta. Un piccolo racconto che richiama al conflitto israelo-palestinese: una guerra lunga anni che ha condotto alla cancellazione della Palestina dalle cartine geografiche.
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