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Le edizioni Archinto proseguono nella loro meritoria opera di traduzione dello scrittore argentino Alberto Manguel, proponendo al pubblico italiano questo delizioso libriccino illustrato, che attraversa magicamente il mondo incantato e lieve dell'infanzia in un ispirato percorso tra i giocattoli: quelli dei bambini di oggi, e quelli carichi di nostalgia della nostra memoria. "E' tutto qui". Con queste parole l'autore dà l'avvio alla sua riflessione: perché davvero nella stanza dei giochi di un bambino ci sono "i mattoni di cui è fatto il mondo", i personaggi che incontrerà nella sua esistenza (la nonna e il lupo, il soldato e la matrigna, la principessa e la strega); da loro imparerà a indagare le sue emozioni, le paure, le conquiste, i divieti, l'amore e la morte. In pagine dense e leggere, che riescono a coniugare fiaba e meditazione, umorismo e cultura, Manguel riflette su come il bambino che gioca con i lego sfidi i limiti imposti dalla gravità, e insieme sfidi se stesso, esattamente come chi osò innalzare la torre di Babele. E la nuova Arcadia che ogni bambina sogna quando allestisce la sua casa delle bambole esorcizza il timore che una qualsiasi insidiosa e invincibile minaccia possa turbare l'ordine, la cura e l'armonia tanto desiderate. E i giochi straordinari che i ragazzi si inventano non rappresentano sempre una ribellione a ciò che è precostituito, imposto loro dagli adulti? Giocando, ogni bambino impara a consolarsi dalla sofferenza, e impara anche ad essere crudele, a far soffrire. "Ludere" in latino, "to play" in inglese, significano sia giocare sia recitare: il bambino "imita i processi creativi del mondo", e in questo modo "fa vivere di nuovo l'universo", diventa ai suoi stessi occhi una piccola, ma onnipotente divinità. Alberto Manguel omaggia la fantasia dei piccoli, in queste sapienti e intenerite pagine, e la loro irriducibile disubbidienza alla realtà.
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