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Stanze - Pietro Bembo - copertina
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Stanze - Pietro Bembo - copertina

Descrizione


«Pietro Bembo (1470-1547), cardinale e uomo di lettere di assoluta preminenza nel Rinascimento europeo, è presente nella memoria collettiva soprattutto per la sua opera di grammatico — basti pensare alla funzione fondamentale svolta dalle Prose (1525) — e per il suo ruolo di fondatore del classicismo lirico, anche se non disdegnò di esercitarsi in molti generi, non solo di registro alto. Tra i suoi scritti "minori", particolare rilievo assumono le Stanze: composte nel 1507, in occasione del Carnevale urbinate, sono un poemetto in 50 ottave incentrato sull'invito primaverile all'amore, rivolto alla duchessa Elisabetta Gonzaga e alla nobildonna Emilia Pio. Questo testo, oggi quasi dimenticato, godette ai suoi tempi di una straordinaria fortuna e rappresentò un punto nodale nella storia della letteratura rinascimentale e dell'ottava rima: insieme alla canzone Alma cortese e dopo gli Asolani (1505), le Stanze indicarono infatti la via per la nascita del petrarchismo cinquecentesco. Al poemetto Bembo dedicò assidue cure e continuò a ritoccarlo attraverso un paziente lavoro di lima che durò almeno fino al 1545: segno dell'importanza, al di là dell'occasione che lo generò, ad esso riconosciuta dal suo illustre autore. Trasferendo la lezione linguistica e formale di Petrarca in un altro genere, di livello umile, e appoggiandosi alla propria vasta cultura umanistica, Bembo diede l'esempio di una poesia moderna profondamente classica e insieme adatta ai gusti di un pubblico largo. Il volume offre un nuovo commento e un'ampia introduzione al testo che permettono al lettore di apprezzare il senso dell'operazione di Bembo sia sul versante serio dell'innovazione letteraria sia sul fronte giocoso dell'occasione carnevalesca da cui esso nacque, due aspetti fondamentali della cultura rinascimentale non sempre adeguatamente valutati. Il commento, oltre a chiarire puntualmente il significato del testo, si concentra sugli aspetti linguistici, variantistici e intertestuali al fine di restituire un'immagine completa del progetto letterario sotteso alle Stanze, illustrandone il rapporto non solo con Petrarca ma anche con i classici latini e con la tradizione in ottave e quattrocentesca (Boccaccio, Boiardo, Lorenzo e Poliziano).» (Amelia Juri)
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Dettagli

2020
2 luglio 2020
160 p., Brossura
9788869734441

Conosci l'autore

Pietro Bembo

(Venezia 1470 - Roma 1547) scrittore italiano. Nato da nobile famiglia, fu avviato dal padre Bernardo, che lo volle con sé in numerosi viaggi e missioni, agli studi umanistici perfezionati poi a Messina (1492-94), alla scuola di greco di C. Lascaris. Tornato a Venezia, collaborò al programma editoriale-culturale di Aldo Manuzio. Pubblicato il trattato degli Asolani (1505), dal 1506 al 1512 fu alla corte d’Urbino; passò quindi a Roma, dove nel 1513 divenne segretario di Leone X. Nel 1519 tornò nel Veneto e, stabilitosi nel 1522 a Padova, attese alla composizione delle Prose della volgar lingua e alla raccolta delle Rime. Nel 1530 fu nominato storiografo della repubblica veneta e bibliotecario della Libreria Nicena (poi Biblioteca Marciana) di Venezia. Ormai famoso, ottenne il cardinalato nel...

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